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Anna Frank, il fumetto sulla Shoah: “Non ci sono più sopravvissuti, strumento necessario”

In uscita il 15 settembre in contemporanea in 50 Paesi, tra cui l’Italia, il fumetto tratto dal “Diario di Anne Frank”. I curatori: “Sta arrivando il momento in cui non ci saranno più sopravvissuti all’Olocausto, bisogna usare ogni mezzo per diffonderne la memoria.”
A cura di Redazione Cultura
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Il regista israeliano Ari Folman, curatore con David Polonsky del "Diario di Anne Frank" a fumetti in uscita il prossimo 15 settembre, lo dice senza mezzi termini:

Temo che stia arrivando il momento in cui non ci saranno più scampati all’Olocausto, gli ultimi sopravvissuti stanno morendo e non avremo più testimoni in vita in grado di raccontare la storia. Il rischio è che l’Olocausto diventi una vecchia vicenda della quale ci si può dimenticare, quindi è importante trovare qualsiasi modo per preservare l’interesse, soprattutto delle nuove generazioni.

Tra i 50 Paesi che in contemporanea pubblicheranno l'opera, c'è anche l'Italia attraverso l'editore Einaudi. Così, a settanta anni dalla prima pubblicazione del libro best seller in tutto il mondo che racconta gli ultimi giorni di Anne Frank vittima con la sua famiglia del genocidio nazista, uno dei libri fondamentali della formazione dei cittadini europei esce per salvare la memoria della Shoah. Con un'importante novità: è la prima volta che un adattamento del genere viene autorizzata dalla Fondazione Anne Frank, creata da Otto Frank, il papà di Anne, l'unico membro della famiglia a sopravvivere ai campi di sterminio.

Ovviamente, hanno sottolineato gli editori alla presentazione in Francia dell'iniziativa, il fumetto è soltanto una lettura che completa quella del testo originario, punto di riferimento sulla cui promozione non bisogna mai smettere di battere il punto per evitare che la memoria della Shoah si trasformi in un orpello inutile, slegato dalle nuovi generazioni, con tutti i pericoli che ciò oggi può rappresentare. Basti vedere al successo delle formazioni neonaziste in Europa, anche se per fortuna in maniera estremamente ancora molto limitato.

Una squadra di storici, archivisti e traduttori ha accompagnato il lavoro di Ari Folman e David Polonsky, che hanno rispettato fedelmente il racconto dei 743 giorni in cui Otto (il padre), Edith (la madre), Margot (la sorella) e Anne vissero nascosti assieme nella casa al numero 263 di Prinsengracht ad Amsterdam. Rispetto all'originale, il testo del "graphic diary" è decisamente più breve. Alcune lettere di Anne a Kitty sono riprodotte integralmente in tavole a parte.

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