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Anche il Brunello parla francese, Biondi Santi si sposa con il gruppo dello champagne Epi

La storica tenuta del Greppo dove fu creata la prima bottiglia di Brunello ceduta al gruppo francese dello champagne anche de la direzione rimane alla famiglia Biondi Santi.
A cura di Antonio Palma
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“Questa non è una scalata ostile come quella di Vivendi con Mediaset. Questa è una alleanza che lancia Biondi Santi, e quindi il Brunello, nel futuro”, così Jacopo Biondi Santi, figlio dello storico patron di una delle più importanti realtà vinicole italiane, ha annunciato l'accordo per la cessione della tenuta del Greppo al gruppo francese dello champagne Epi. L'azienda transalpina guidata da Christopher Descours sbarca così nel cuore di Montalcino dove nacque il Brunello nel 1865. Come spiegato dallo stesso Biondi Santi, non si tratta di un'acquisizione vera e propria ma di una partnership stretta tra le due aziende  per unirsi sul mercato.

Dopo  l'ok all'accordo di massima, i dettagli dell'intesa saranno stabiliti nel prossimo mese di gennaio ma già da ora ci sono alcuni punti fermi come il fatto che la nuova realtà avrà come presidente lo stesso Jacopo Biondi Santi. "L’idea è di creare tre società tra noi e Epi (una holding, una produttiva e una commerciale) che avranno la proprietà dell’azienda, del marchio e delle bottiglie in cantina”, ha spiegato il leader del gruppo di Montalcino, raccontando: "Abbiamo concluso l’affare pochi giorni fa,  cercavamo un partner per investire sulla distribuzione e pensare in grande. L’abbiamo trovato e in questo modo abbiamo anche messo fine alle difficoltà della successione. Ho liquidato mia sorella. Io resterò presidente dell’azienda e continuerò a guidarla”.

In realtà la presenza di stranieri nel Consorzio del Brunello non è certo una novità con molti magnati che si sono accaparrati storiche e prestigiose tenute, ma certamente la fusione della Tenuta Greppo fa più rumore perché è in questa cantina che è stata ideata e lanciata nel mondo la “ricetta” del Brunello e i vini di Biondi Santi sono una icona del made in Italy. “L’importante è che sia garantita la qualità e l’eccellenza del brand”, si sono limitati a commentare dal consorzio del Brunello.

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