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Amianto all’Alfa di Arese, ex ad Fiat Cantarella processato per omicidio colposo

Per la morte degli operai esposti all’amianto rinviati a giudizio sei ex manager di Fiat e Alfa Romeo.
A cura di Antonio Palma
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L'ex amministratore delegato di Fiat Auto e attuale consigliere d’amministrazione di Finmeccanica, Paolo Cantarella, sarà processato per la morte di sedici lavoratori dell’Alfa Romeo di Arese che secondo l'accusa fu causata dall'esposizione all'amianto. Cantarella, accusato di omicidio colposo, dovrà presentarsi davanti ai giudici di Milano insieme all'ex presidente di Fiat Auto Giorgio Garuzzo e ad altri quattro ex manager di Alfa Romeo. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari Simone Luerti, che ha rinviato a giudizio sei ex manager di Fiat e Alfa, ha prosciolto un settimo imputato e ha dichiarato la prescrizione del reato in relazione ad altri cinque casi di morte avvenuti tra i lavoratori dello stabilimento. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 5 novembre davanti ai giudici della nona sezione penale di Milano. Il procedimento giudiziario sarà incentrato sui decessi di 16 lavoratori per forme tumorali che risalgono agli anni successivi al 2003 e che secondo l'ipotesi accusatoria della Procura del capoluogo lombardo furono dovuti all'amianto nello stabilimento di Arese di cui i vertici dell'azienda erano a conoscenza.

I decessi per amianto ad Arese

Insieme a Cantarella e Garuzzo sul banco degli imputati ci saranno l'ex ad di Alfa Romeo, Corrado Innocenti, l'ex presidente di Lancia Industriale spa, Piero Fusaro, l'ex ad di Alfa Romeo Vincenzo Moro e l'ex ad di Alfa Lancia Industriale Giovanni Battista Razelli. Prosciolto invece l'ex presidente di Alfa Lancia spa, Luigi Francione, per la breve durata della sua carica. Secono l'ipotesi accusatoria del Pm Maurizio Ascione, sono stati almeno 20 gli operai morti a partire dal 2000 in seguito all'esposizione negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta alle fibre di amianto nello stabilimento senza adeguate misure di sicurezza. Il gup però ha dichiarato prescritto il reato per cinque decessi anteriori al 2003. Nel processo si sono costituiti come parti civili i familiari di una decina di vittime, la Regione Lombardia, l'Inail e l'Asl Milano1, e solo per il danno all'immagine, i sindacati Fiom-Cgil, Slai-Cobas e Flmu-Cub e il Comune di Arese.

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