231 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Amatrice come L’Aquila: un imprenditore ride pensando agli affari della ricostruzione

Un imprenditore pugliese, già agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta sul terremoto de L’Aquila, è stato intercettato mentre ride parlando degli affari intorno al terremoto di Amatrice.
A cura di Davide Falcioni
231 CONDIVISIONI
Immagine

Come è accaduto per L'Aquila nel 2009, anche in occasione del del terremoto che lo scorso 24 agosto ha devastato Amatrice e Arquata del Tronto provocando 299 morti c'era chi sorrideva, immaginando nella tragedia l'opportunità di realizzare affari d'oro: il suo nome è Vito Giuseppe Giustino, è un 65enne di Altamura a capo della società cooperativa l'Internazionale. L'uomo comprare tra i 35 funzionari pubblici, professionisti e imprenditori finiti sotto inchiesta  per presunte mazzette nella ricostruzione pubblica de L'Aquila. Giustino è stato intercettato e nell'ordinanza il Gip scrive: ‘RIDE'.

L'imprenditore, ai domiciliari, annuisce e ride parlando delle future commesse per la ricostruzione di Amatrice: lo fa mentre è al telefono con il geometra della sua stessa ditta, Leonardo Santoro, anche lui agli arresti domiciliari. "Santoro – recita l'ordinanza – gli racconta quello che ha detto a Lionello Piccinini, dipendente del Mibact Abruzzo, a sua volta ai domiciliari, dopo il terremoto di Amatrice: ‘Se ti posso essere utile, voi fate l'elenco, mò dovete fare uno screening dei beni sotto vostra tutela: se vi serve qualcosa per i puntellamenti, via dicendo, noi siamo a disposizione'", riferisce Santoro a Giustino, che ride più volte.

Nelle 183 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Giuseppe Romano Gargarella, in seguito alle scosse di terremoto del 24 agosto 2016 "gli imprenditori monitorati da questo ufficio, tra i quali hanno assunto un comportamento particolarmente cinico i rappresentanti della società l'Internazionale, hanno cercato nuovi incarichi, grazie ai rapporti diretti con i pubblici funzionari". Il geometra Santoro diceva al suo datore di lavoro "che presso il Mibact era stata creata un'unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici. Giustino, sentite le parole del Santoro – prosegue Gargarella – ha riso in maniera beffarda della nuova situazione venutasi a creare, in quanto per l'impresa il nuovo sisma non avrebbe potuto che portare nuovi introiti, tanto più se l'appoggio di Piccinini e Marchetti (altri due arrestati, ndr), funzionari del Mibact e inseriti nell'unità di crisi, non sarebbe venuto meno".

Gli indagati sono accusati di concorso in corruzione per l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.

231 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views