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Verona: chiede soldi per benedire defunto, parroco condannato per estorsione

Il parroco condannato a un anno e due mesi di reclusione per tentata estorsione all’impresa funebre.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbe preteso con insistenza soldi per benedire la salma di un fedele defunto, per questo un parroco di Verona, don Silvano Corsi, è stato condannato in primo grado dal Tribunale a un anno e due mesi di reclusione per il reato di tentata estorsione. Secondo l'accusa dei Pm, che si sono mossi su esposto denuncia delle vittime della tentata estorsione, il prete avrebbe chiesto perentoriamente 20 euro a una impresa di pompe funebri del luogo come tariffa per benedire il defunto. Come riporta il Corriere del Veneto, era stata la stessa impresa di pompe funebri a denunciare l'accaduto presentando come prova anche un file audio delle conversazioni con il prete, poi fatto sentire anche in Aula durante il processo. "Tutti lasciano almeno 20 euro e se non verranno lasciati non andrò a dare la benedizione e non permetterò di farlo nemmeno ai miei diaconi" avrebbe dichiarato il parroco secondo l'accusa.

Il prete rigetta le accuse

Don Silvano dal suo canto ha sempre rigettato l'accusa e prima della sentenza aveva chiesto alla comunità della sua parrocchia della chiesa del Santissimo Redentore di pregare per lui. "Questa accusa mi sta facendo soffrire ormai da più di un anno e mezzo. Chiedo a tutti i miei amici la preghiera al Dio della Vita e della storia" aveva scritto il prete su Facebook. Dopo la sentenza di condanna, avvenuta al termine del processo con rito abbreviato che ha garantito lo sconto di un terzo della pena, il legale del parroco ha annunciato il ricorso in appello. "È un’assurdità. Ovviamente non mancheremo di impugnare subito tale verdetto in appello" ha tuonato infatti l'avvocato Francesco Delaini.

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