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Sud America, incubo epidemia di virus Zika: può causare microcefalia ai neonati

Il virus si contrae con la puntura della zanzara Aedes: allerta alta anche in Europa.
A cura di Davide Falcioni
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Un vero e proprio incubo sta preoccupando milioni di persone in Sud America: si tratta del virus Zika, infezione che ha colpito 22 paesi in America Latina e la Gran Bretagna (con 3 casi segnalati). Malgrado i sintomi legati alla malattia siano decisamente lievi e simili a quelli di una normale influenza, il virus sembrerebbe essere collegato alla nascita di neonati con deformità encefaliche. Non esiste alcun vaccino contro il Zika, per il quale l'unica forma di protezione è evitare la puntura della zanzara che trasmette la malattia, quella della specie Aedes: il virus fu identificato per la prima volta nel 1947 in Uganda per poi diffondersi in Asia e Africa. Tra il 2014 e il 2015 i primi casi sono stati segnalati anche in Sud America mentre ora il timore è che il virus arrivi in Europa. Per questo alcune settimane fa l'European centre for disease prevention and control (Ecdc) ha invitato a "intensificare la sorveglianza negli Stati membri dell’Ue verso i casi d’infezione da virus Zika importata dai Paesi dell’America Latina e del Pacifico del sud, dove è probabile che la diffusione dell’epidemia continui”. Il documento degli esperti europei invita a non sottovalutare la potenziale associazione dell’infezione virale con i casi di microcefalia – una malformazione fetale caratterizzata da ridotto sviluppo cerebrale a causa delle dimensioni più piccole della testa – “il cui numero è significativamente aumentato negli stati del nord est del Brasile”.

Per il ministero della salute brasiliano da ottobre i bambini con microcefalia sono 3.530. Numeri preoccupanti che hanno indotto le autorità di El Salvador, in America centrale, a invitare le donne in età fertile a evitare le gravidanze per i prossimi due anni. Anche Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) Lazzaro Spallanzani di Roma, dove alcuni mesi fa sono stati trattati tre dei quattro casi registrati in Italia, ha detto: "La correlazione dello Zika virus con la microcefalia è reale, ed è il motivo dell’attenzione dedicata a quest’epidemia”. A proposito dei casi italiani lo specialista ha spiegato: “Nessuno di questi è un caso autoctono, cioè contratto in Italia. Inoltre nel nostro Paese non abbiamo riscontrato casi di microcefalia”.

Secondo il dottor Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, la minaccia per l'Italia è remota. "Può succedere – ha detto lo specialista all'Agi – che una persona che si è infettata in un Paese dell'America latina venga punta da una zanzara tigre che poi trasmette il virus ad altri. E' già successo con la Dengue, di cui c'è stata un'epidemina in Francia Meridionale la scorsa estate e con la Chikungunya di cui abbiamo avuto un focolaio in Italia nel 2007". Il ministero della Salute, ha aggiunto Rezza, "ha messo a punto i test diagnostici per la Zika anche grazie alla collborazione internazionale".

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