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Su Ansaldo Sts e AnsaldoBreda sventola già la bandiera di Hitachi

Hitachi issa le sue bandiere, anzi le sue insegne, sugli stabilimenti di Ansaldo Sts e AnsaldoBreda. Per tre anni non cambierà nulla, poi si deciderà il destino delle due aziende ex Finmeccanica in base ai risultati ottenuti. Manfellotto è ottimista…
A cura di Luca Spoldi
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Un altro pezzo dell’apparato industriale italiana viene ceduto all’estero: come ampiamente anticipato Finmeccanica ha azzerato le sue quote in Ansaldo Sts e in AnsaldoBreda, cedute in base all’accordo raggiunto lo scorso febbraio al gruppo giapponese Hitachi che ha valutato la quota in Ansaldo Sts 761 milioni di euro e il business di AnsaldoBreda (comprensivo del patrimonio immobiliare) circa 30 milioni, 6 in meno di quanto indicato a febbraio dopo l’esito di una due diligence sugli asset immobiliari.

La cessione consente a Finmeccanica di uscire dall’area trasporti e focalizzarsi sulle divisioni aerospazio, difesa e sicurezza, potendo contare su un calo dell’indebitamento netto di 600 milioni a fine anno come ulteriore effetto della transazione, conclusasi per il gruppo italiano con 250 milioni circa di plusvalenza, mentre Hitachi si rafforza in particolare nel settore della segnaletica e della gestione del traffico ferroviario. Avendo acquisito una quota superiore al 25% del capitale di Ansald Sts, Hitachi lancerà ora un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle rimanenti azioni di Ansaldo Sts, come previsto dalla legge italiana.

Il relativo documento è stato già presentato in Consob un paio di giorni fa e prevede che Hitachi Rail Italy Investments offra lo stesso prezzo pagato a Finmeccanica (9,5 euro per azione, essendo nel frattempo stato staccato un dividendo di 15 centesimi per azione) a tutti i possessori dei rimanenti titoli Ansaldo Sts, senza che l’offerta sia in alcun modo condizionata al raggiungimento di una soglia minima di adesioni (Hitachi sembra comunque puntare superare la soglia del 66,7% del capitale per poter poi chiedere il delisting del titolo entro la prossima primavera).

L’esborso previsto in caso di adesione totalitaria all’Opa (o di successo parziale ma successivo delisting) è di poco superiore ad altri 1,14 miliardi di euro per i quali l’offerente farà ricorso ad un finanziamento infragruppo. Non è però detto che 9,5 euro per azione basti ai fondi che nell’assemblea di inizio mese che ha eletto Alistair Dormer, Ceo di Hitachi Rail Europa, nuovo presidente della società (il 3 novembre Cda ha poi confermato Stefano Siragusa quale amministratore delegato e direttore generale della società, nominando altresì Ryoichi Hirayanagi vice presidente) avevano già chiesto un “prezzo congruo” e “tempi celeri” per l’operazione. E infatti in borsa il titolo oggi sale a 9,73 euro per azione, quasi ad indicare che ci si attenda un ulteriore rilancio.

Quanto agli aspetti industriali, la più performante delle due società è sempre stata Ansaldo Sts (che a fine settembre poteva vantare un portafoglio ordini di 6,029 miliardi, in crescita dell’1,1% annuo, con 952,6 milioni di euro di ricavi nei primi 9 mesi dell’anno, +9,4%, e un utile netto di 59,5 milioni, +16,6%), ma Moretti, numero uno di Finmeccanica, ha sempre chiarito che non sarebbe stata ceduta se l’acquirente non si fosse fatto carico anche della finora “zoppicante” AnsaldoBreda. Non solo: in base agli accordi tra le parti per tre anni Hitachi non potrà in alcun modo toccare i posti di lavoro.

Poi per AnsaldoBreda, che nel frattempo ha già sostituito il “vecchio” marchio con le nuove insegne Hitechi negli stabilimenti di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria dove lavorano in tutto 1.970 dipendenti, se il portafoglio ordini, al momento pari a circa 2 miliardi di euro, dovesse avere qualche problema potrebbero arrivare anche problemi a livello occupazionale, mentre Ansaldo Sts, ulteriormente “tirata a lucido” negli ultimi tempi, potrebbe vedersi anche qualche ulteriore assunzione oltre agli attuali 3.900 dipendenti 2 mila dei quali ingegneri.

Si vedrà, anche perché l’idea di Hitachi è di fondere Ansaldo Sts in Hitachi Rail forse già dall’anno prossimo, mentre non è chiaro se anche AnsaldoBreda verrà successivamente inglobata. Per il momento comunque prevale l’ottimismo anche in casa AnsaldoBreda: Maurizio Manfellotto, già numero uno di AnsaldoBreda e riconfermato con la carica di amministratore delegato di Hitachi Rail Italy, in visita ieri allo stabilimento napoletano del gruppo assieme allo stesso Alistair Dormer, di ha ricordato di aver sempre “ammesso quando AnsaldoBreda era una zavorra, ora non lo è”.

Manfellotto ha citato il nuovo Etr 1000 (il Frecciarossa di nuova generazione acquistato dalle Ferrovie dello Stato) come esempio di “grande successo in termini di tempi e di qualità”, piuttosto che la puntualità con cui sono stati consegnati i nuovi convogli per Metropolitana Milanese. Le premesse per una svolta sembrano esserci, ma solo il tempo potrà dire se Hitachi avrà fatto un affare o se sarà stato Moretti ad aver saputo liberarsi di un'azienda ancora traballante e nella quale si sarebbero dovute investire risorse preziose per sperare in un rilancio duraturo per potersi focalizzare sulle attività più promettenti tra quelli in cui Finmeccanica finora operava.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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