Strage di via dei Georgofili, annullata la condanna al boss Tagliavia
Processo di appello da rifare per il boss mafioso Francesco Tagliavia, accusato di aver partecipato alla strage di via dei Georgofili a Firenze nel maggio del 1993 nella quale morirono cinque persone tra cui due bambine e vennero danneggiate 148 opere d'arte. La Corte di Cassazione infatti ha annullato la condanna all'ergastolo inflitta in secondo grado rinviando gli atti in Appello per un processo bis. In particolare il verdetto emesso dalla VI sezione penale della Suprema corte ha annullato con rinvio la condanna di Tagliavia in relazione alle accuse di strage, devastazione, porto di esplosivo e furto di una macchina. Gli stessi giudici inoltre hanno prosciolto il boss per gli attentati stragisti mafiosi di Milano (via Palestro) e Roma (via Fauro, Velabro e stadio Olimpico). I giudici dunque hanno dato ragione alla difesa che nel ricorso aveva sostenuto il vuoto probatorio a carico del boss che era stato arrestato il 22 marzo del '93.
Le richieste del Pg e la Difesa di Tagliavia
La Procura generale della Cassazione, rappresenta da Luigi Riello, invece aveva chiesto la conferma della condanna di Tagliavia emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze il 10 ottobre del 2013. Tagliavia in particolare era stato chiamato in causa soprattutto dal pentito Gaspare Spatuzza, e per il Pg il boss aveva avuto "un ruolo di cerniera tra la base operativa e i fratelli Graviano". Il Procuratore pur ammettendo che quelle di Spatuzza sono state delle dichiarazioni "tardive", ha ricordato che sono state confermate anche dalle testimonianze di altri pentiti. Secondo la difesa, invece, non ci sono prove che Tagliavia partecipò – come invece sostenuto da Spatuzza – alla fase ideativa della strage.
