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Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno, Boccia e Fontana: “Si decide tutto giovedì 28 maggio”

In una nota il ministro per Affari Regionali Boccia e il governatore della Lombardia Attilio Fontana fanno sapere che sulla riapertura dei confini si deciderà giovedì 28 maggio: “Abbiamo condiviso quanto sia importante non abbassare la guardia. Gli sforzi compiuti dai lombardi e dagli italiani sono stati grandi e non possono essere vanificati”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Non c'è ancora il via libera agli spostamenti tra Regioni. Il ministro per Affari Regionali Francesco Boccia aveva già anticipato che per l'apertura dei confini si deve attendere, almeno fino a giovedì 28 maggio. Lo ha confermato anche dopo l'incontro con il governatore Fontana, definito "utile e positivo".

Il colloquio si è svolto a Palazzo Lombardia. Ordine del giorno il tema degli spostamenti interregionali in vista della scadenza del 3 giugno, fissata dal dpcm. "Si è ritenuto opportuno attendere quantomeno il flusso dei dati fino a giovedì per effettuare valutazioni più circostanziate", hanno spiegato in una nota congiunta Fontana e Boccia. Oggi "ci siamo confrontati in termini di carattere generale, sulla situazione della Lombardia e dell'intero Paese – hanno detto il ministro e il presidente leghista – e abbiamo condiviso quanto sia importante non abbassare la guardia. Gli sforzi compiuti dai lombardi e dagli italiani sono stati grandi e non possono essere vanificati", hanno concluso.

La parola d'ordine è ancora una volta cautela. Il piano d'azione è sempre lo stesso: le Regioni settimanalmente dovranno comunicare i dati su numero di contagi, terapie intensive, test, prevenzione territoriale, al governo, che in base a questo monitoraggio potrebbe disporre eventuali nuove chiusure, se la curva epidemiologica dovesse risalire. Saranno permessi comunque solo gli spostamenti tra Regioni che hanno un uguale livello di rischio (basso, moderato, alto).

Insomma non tutte le Regioni potrebbero essere pronte a riaprire: al momento in alcune Regioni la situazione è più critica rispetto ad altre, e questo potrebbe portare a ritardi. Per esempio in Lombardia e Piemonte, ma anche in Emilia-Romagna, l'ipotesi è che si vada verso un rinvio, di almeno due settimane, come ha scritto oggi il Corriere della Sera. Regioni del Sud come la Serdegna e Sicilia, per esempio, che puntano tutto sull'avvio della stagione balneare, non sono disposte ad accogliere turisti che provengono dalle zone più a rischio.

"I dati veri per misurare cosa è avvenuto il 18 maggio li vedremo solo a fine mese, e solo quelli ci consentiranno di capire che cosa è avvenuto. È chiaro che ci auguriamo che i dati continuino a piegare la curva nel lato giusto, e ci consentano di dare una risposta positiva a tutte le domande di maggiore libertà", ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza a Sky tg24.

"Noi vediamo i dati giorno per giorno – ha sottolineato – e il 3 giugno è distante. Possiamo dire che abbiamo retto bene l'apertura del 4 maggio, ce lo dicono i dati. Poi abbiamo fatto numerose altre aperture il 18 maggio, è evidente che il numero di persone in circolo è molto più significativo. I dati di oggi sono la fotografia dei dati dal 4 al 18, non possiamo avere la certezza sul periodo dopo il 18. Analizzeremo e monitoreremo i dati con la massima attenzione".

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