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In Siria missili russi anche dalle navi, Nato pronta a schierare forze militari in Turchia

Dopo i raid aerei, attacchi anche con missili via mare da parte di Mosca. Gli Usa accusano: “Oltre il 90% degli attacchi in Siria non hanno colpito l’Isis”
A cura di Antonio Palma
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UPDATE: Nato pronta schierare forze in Turchia – Tensione sempre più alta tra Russia e Nato dopo l'escalation di interventi militari di Mosca in Siria. Prima della riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza a Bruxelles infatti il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha criticato aspramente la strategia del Cremlino avvertendo che l'alleanza è pronta a schierare le proprie forze in Turchia. "La Nato ha visto una problematica escalation di azioni militari russe in Siria ed è pronta a difendere tutti gli alleati, compresa la Turchia dispiegando anche forze in Turchia se necessario" ha dichiarato infatti Stoltenberg. "In Siria a lungo termine non c'è soluzione militare, ci deve essere una transizione per il dopo Assad" ha ribadito il segretario generale Nato , concludendo: "La Russia invece non mira all'Isis ma agli altri gruppi e sostiene il regime di Assad e questo non è un contributo costruttivo".

La Russia sta impiegando tutto il suo potenziale bellico in Siria a sostegno del regime di Assad. Dopo gli addestratori via terra e i raid aerei infatti Mosca ha iniziato ad usare anche le navi della marina militare per bombardare le posizioni delle opposizioni al regime siriano: quelle dell'Isis ma non solo. Da almeno quattro navi lanciamissili in navigazione nel Mar Caspio infatti sono partiti decine di missili Kalibr, l’equivalente dei Tomahawk americani, che hanno colpito obiettivi distanti oltre 1500 km. Ad annunciarlo con soddisfazione è stato lo stesso presidente Vladimir Putin. Le zone bersagliate sono quelle delle province siriane di Idilib e Hama dove il bombardamento è stato devastante. Una vera e propria dimostrazione di muscoli da parte di Mosca che, incurante delle proteste di Usa e occidente, continua il suo sostegno all'offensiva dell'esercito siriano di Assad che ha lanciato attacchi su varie direttrici con l'obiettivo di riconquistare terreno sugli oppositori.

Il ministero della Difesa di Mosca parla di 11 obiettivi Isis colpiti dai missili, ma Usa e Turchia ribadiscono che in quella zona non ci sono postazioni dello stato islamico ma quelle dei ribelli islamici della coalizione di Jaish al-Fatah. La Russia intanto prosegue anche coni raid aerei bombardando a più riprese lungo le direttrici dell'avanzata delle truppe di Assad. Un'escalation che rende sempre più difficile la situazione nel Paese. Gli Usa infatti confermano che l'attività militare russa rischia di causare incidenti sottolineando che oltre il 90% dei raid russi in Siria non hanno colpito l'Isis o terroristi affiliati ad Al Qaeda. Dopo la Turchia lo stesso Pentagono ha fatto sapere che almeno un velivolo militare americano ha dovuto modificare la propria rotta mentre sorvolava la Siria per evitare di avvicinarsi in maniera troppo pericolosa ad un jet russo.

Anche una Ong statunitense ha accusato Mosca di bombardamenti indiscriminati che avrebbero colpito almeno tre ospedali in Siria. Secondo l'organizzazione ‘Physician for Human Rights' (Phr), basata a New York, jet di mosca avrebbero attaccato e danneggiato tre strutture mediche ad oltre 55 km dal più vicino territorio controllato dall'Isis. Secondo l'Ong, i primi due raid aerei sono avvenuti il 2 ottobre all'ospedale di campo di Latamneh nel nord della provincia di Hama, dove alcuni membri dello staff sono rimasti feriti, e poco dopo Benin nelle campagna di Idlib. Il giorno dopo è stata la volta dell'ospedale di al-Burnas a nord di Latakia, vicina al confine con la Turchia. I russi da parte loro ammettono di aver effettuato bombardamenti nelle aree citate ma smentiscono di aver colpito strutture sanitarie.

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