1.843 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Renzi: “Quando ho perso ho visto tanti leccaculo professionisti abbandonare il carro”

In un’intervista concessa al settimanale Vanity Fair, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi racconta dei disagi causati dall’attività politica alla sua vita famigliare e tira una stoccata agli ex adulatori di professione: “Li ho visti i leccaculo professionisti, potrei tenere un corso per riconoscerli. Non lo immaginavo, ma la discesa dal carro è un momento spassoso: quelli che prima ti adulavano, smettono di salutarti. Ma è un gioco, e io sto al gioco”
A cura di Charlotte Matteini
1.843 CONDIVISIONI
Immagine

In un'intervista concessa al settimanale Vanity Fair, l'ex presidente del Consiglio e attuale segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, si racconta e spiega quali sono i suoi obiettivi per il futuro e quali disagi ha causato l'attività politica alla sua vita famigliare. "Li ho visti i leccaculo professionisti, potrei tenere un corso per riconoscerli. Non lo immaginavo, ma la discesa dal carro è un momento spassoso: quelli che prima ti adulavano, smettono di salutarti. Ma è un gioco, e io sto al gioco", sottolinea Renzi nel corso dell'intervista. Il segretario del Pd parla del suo rapporto con i figli, che hanno subito prese in giro a causa del risultato del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre ma anche per la pronuncia inglese del padre di cui si è tanto discusso e ironizzato nel corso degli anni, ma anche del rapporto con il padre Tiziano, attualmente indagato nell'ambito dell'inchiesta Consip per traffico di influenze.

Immagino che il suo ritorno a casa, dopo tanti anni di presenze sporadiche, abbia portato una ridefinizione degli equilibri in famiglia.
«Sì, sia fisici che emotivi. È stata molto brava Agnese, quando ha deciso che loro non sarebbero venuti a Roma. Io, all’inizio, non ero d’accordo, ma con il senno di poi le do ragione. Stare a Pontassieve ha consentito ai miei figli di vivere una vita normale. E avere, al massimo, solo qualche compagno che li prendeva in giro per il referendum o per la mia pronuncia inglese, ma niente di più».

Quindi per i suoi ragazzi è stata un’esperienza normale avere un papà presidente del Consiglio?
«Sì, anche se ci sono state delle cose da calibrare. Per esempio il fatto che io tornassi a casa e mi mettessi a loro disposizione per giocare alla PlayStation o fare solo cose divertenti. Agnese sosteneva che non fosse un atteggiamento educativo. Diceva: non è che io sto sei giorni qui a spaccarmi la schiena, e poi arrivi tu e fai lo splendido. Però ci sono stati anche momenti spiacevoli per me, per esempio quando i miei figli non mi volevano alle loro partite perché avevo 10 persone di scorta. Adesso che sono più spesso a casa faccio le cose normali che fanno tutti i papà, tipo mettere la sveglia alle 3 di notte per andare a prendere mio figlio dopo una festa. E non sentire la sveglia…».

Suo padre è indagato in due procedimenti – uno archiviato – per traffico di influenze. I giornali hanno pubblicato – e continuano a pubblicare – vostri scambi di messaggi in cui lei, a un certo punto, sembra dubitare della buona fede di suo padre. Questo ha lasciato qualche traccia nel vostro rapporto?
«No, credo di no. Ma fa male, molto male. E quando lui, qualche settimana fa, si è operato al cuore e l’ho visto sul lettino in ospedale, ho pensato fosse colpa mia. C’era mia madre con me e mi è sembrato di vedere nel suo sguardo lo stesso mio dubbio. Mi sono venute le lacrime agli occhi, ma le ho trattenute, e nessuno si è accorto di nulla. Detto questo, penso che il procedimento contro mio padre sarà archiviato anche stavolta: non c’è nulla di nulla, se non il cognome che porta. Ma saranno i giudici a decidere, io intanto aspetto di sapere i nomi di chi ha falsificato le prove contro l’allora premier. Nessuno ne parla, ma a livello istituzionale questo fatto è di una gravità inaudita».

1.843 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views