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Renzi: “L’Italia torna a crescere ma non ci basta, vogliamo essere leader in Europa”

Il Premier al forum Ambrosetti di Cernobbio: “Dal 2016 il debito scenderà ma non perché ce lo chiede la signora Merkel. Ce lo chiedono i nostri figli”.
A cura di Antonio Palma
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"Gli ultimi dati del Pil non erano desolanti prima e non sono esaltanti oggi, ma siamo tornati nel semestre al livello dei nostri partner europei, è come se un ciclista caduto fosse rientrato nel gruppo dei partner: il problema è che questo gruppo cresce poco, va piano e siccome abbiamo l’ambizione della maglia rosa, siccome vogliamo essere leader, abbiamo bisogno di correre più forte". È quanto ha dichiarato oggi il Premier Matteo Renzi nel suo intervento dal palco del forum Ambrosetti di Cernobbio. Forte dei recenti dati sull'economia nazionale, Renzi ha insistito: "L'Italia non è più il problema dell'economia europea, e di conseguenza mondiale. È un paese solido e stabile in cui una straordinaria classe di imprenditori, anche piccoli e medi, e non solo grandi, ha resistito negli anni più duri, a volte indipendentemente e malgrado la politica".

"Noi siamo al governo da 18 mesi, ad oggi i numeri che abbiamo vedono un aumento dei posti di lavoro di 260mila unità e visto che l'Italia ha perso 927mila posti di lavoro durante la crisi c'è un recupero del 25 per cento. Non è sufficiente ma sono i numeri, i dati dicono questo e l'Istat parla di un recupero anche al sud" ha proseguito il Presidente del Consiglio, confermando anche la sforbiciata alle tasse: "Dal prossimo anno Imu e Tasi non si pagano più, nel 2017 l’Ires e nel 2018 l’Irpef".

"Dobbiamo smetterla di dire che qualcuno in Europa ci dice che non possiamo fare più debito " ha poi proseguito il Premier, annunciando: "Dal 2016 l'Italia mette la macchina nella direzione opposta rispetto all'anno precedente, il debito deve scendere non perché ce lo chiede la signora Merkel o un commissario del Paese accanto. Ce lo chiedono i nostri figli, e noi dal 2016 saremo inflessibili a far scendere il debito". "Basta alibi e basta piangerci addosso. Abbiamo davanti 30 mesi di duro lavoro" ha ricordato poi il Premier, concludendo: "Da qualche mese una nuova generazione sta cambiando, vedremo se nel bene o nel male, le regole del gioco e l'approccio della politica. È un cambiamento molecolare, se nel bene o nel male lo vedremo nelle prossime elezioni dei cittadini"

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