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Renzi ammette: “Letta non si fida di me, ma io sono leale”

Il segretario del Partito Democratico al Corsera: “Enrico non si fida di me, gliel’ho detto l’altro giorno. Ma sbaglia. Io le cose le dico in faccia”.
A cura di Redazione
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"Enrico non si fida di me, gliel’ho detto l’altro giorno. Ma sbaglia. Io le cose le dico in faccia. E sono le stesse che dico in pubblico: non uso due registri diversi. Impareremo a conoscerci". Se non il più rilevante dal punto di vista programmatico e politico, certamente all'interno dell'intervista concessa da Matteo Renzi ad Aldo Cazzullo sul Corsera, questo è il passaggio più controverso. Proprio perché è indice di un rapporto comunque teso, al di là della raffigurazione classica che vuole che sia la correttezza formale a dominare i rapporti fra il capo del Governo ed il segretario del primo partito in termini di rappresentanza parlamentare e di consenso nel Paese.

Tuttavia Renzi resta ottimista sul futuro del Governo e spiega che "proseguirà per tutto il 2014", anche se, avverte: "Non si può andare avanti così. Più decisi, più concreti, più rapidi nelle scelte. Anche per questo il Pd proporrà che il contratto di coalizione, Impegno 2014, non sia un documento scritto in democristianese, con il preambolo e frasi arzigogolate". Nello specifico poi, non manca qualche stoccata nei confronti sia del ministro Saccomanni ("Non è lui il problema, la la forma mentis burocratica. È la politica che non decide e non agisce. Chiarezza di obiettivi, rapidità di esecuzione) che di quello del Lavoro Giovannini, le cui critiche al Jobs Act non lo convincono del tutto: "Compito dei ministri però non è dare giudizi o opinioni, come i professori o gli ospiti dei talk show. Compito dei ministri è fare le cose. Che abbiamo fatto in questi mesi? Perché la disoccupazione è cresciuta? Giovannini dovrebbe rispondere su questo".

Infine, ripete: "Non accetto di escludere Forza Italia dalle riforme"; e ad Alfano dice: "Ognuno di noi, quando a scuola il professore lo interrogava e non aveva studiato, aveva il suo argomento a piacere. Il mio era la seconda guerra mondiale. Quello di Alfano sono le nozze gay: se si trova in difficoltà su qualcosa lancia un’agenzia su questo tema e “mette in guardia” da questa sinistra pericolosa. Io non parlo di matrimonio gay. Parlo di unioni civili. Siamo l’unico Paese dell’Occidente a non avere una legge che le riconosca. La faremo".

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