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Polemica a Bologna: via dai moduli di iscrizione a scuola “mamma” e “papà”

Nei moduli per l’iscrizione ai servizi educativi del Comune di Bologna non ci sarà la dicitura “madre” e “padre” ma semplicemente la parola “genitore”, “richiedente” e “altro”. Casini polemico: “Una farsa”.
A cura di Susanna Picone
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Presto sui moduli per l’iscrizione a scuola del Comune di Bologna non ci saranno più riferimenti alla “mamma” e al “papà”. Diciture che saranno sostituire dalla parola “genitore”, “richiedente” e “altro”. Ad annunciare la novità – che immediatamente ha scatenato delle polemiche – l’assessore alla scuola Marilena Pillati. Non si opterà per le parole “genitore 1” e “genitore 2” per non creare “gerarchie” ma questo chiarimento non è servito a non far insorgere diversi gruppi politici. In particolare per il leader dell’Udc  Pierferdinando Casini si tratta di “una farsa che rischia di fare danni irreparabili”. Casini ribadisce la sua posizione sottolineando come sia inaccettabile “la strumentalizzazione dei nostri bambini”. Quando si tratta di infanzia – ha spiegato – “occorre sempre usare la massima cautela, la giunta continua a mostrare invece una leggerezza che lascia allibiti”.

Il leader Udc sferra così l’attacco: “Nel giro di pochi mesi si è passati dal referendum sulle scuole paritarie, a questa pericolosa mistificazione burocratica che intende mettere in discussione due figure che nella nostra società hanno un valore preciso, fondante e certamente non divisivo. Surrettiziamente invece – sostiene Casini- si vuole far passare l’idea che la genitorialità possa essere diversa da quella naturale”. E alle critiche di Casini si aggiungono quelle del capogruppo della Lega Nord in Comune, Manes Bernardini, secondo il quale “l’amministrazione ha svenduto l’identità di mamma e papà agli equilibri di maggioranza”. Intanto l’assessore di Bologna ha tentato di fare chiarezza: “La premessa – ha spiegato Pillati – è che i moduli per la richiesta di qualsiasi servizio educativo e scolastico contengono già la parola genitore, visto che formalmente a fare richiesta dei servizi è un solo genitore”. L’unico riferimento a “padre” e “madre” è presente nella parte della modulistica dove si parla della condizione lavorativa: è qui che “per un fatto di coerenza interna ai moduli stiamo valutando di sostituire i termini”.

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