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Opinioni

Perché è stupido intitolare qualcosa a Oriana Fallaci

Dario Nardella ha deciso di intitolare a Oriana Fallaci non solo il giardino della Fortezza, ma tutto il piazzale e anche la nuova fermata della tramvia. Una scelta sbagliata, anzi stupida.
A cura di Saverio Tommasi
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Oriana Fallaci
Oriana Fallaci

Oggi è arrivata la comunicazione del sindaco di Firenze Dario Nardella, detto Dario: "La Giunta (cioè lui, cattiveria mia) ha deciso di intitolare a Oriana Fallaci non solo il giardino della Fortezza, ma tutto il piazzale e anche la nuova fermata della tramvia".

Facciamo un passo indietro. Era l'11 settembre del 2008, erano sette anni dall'attentato alle Torri Gemelle e mancavano diciotto giorni dall'annuncio dell'uomo di Rignano, Renzi Matteo, alla candidatura alle primarie a sindaco di Firenze. Renzi Matteo, per chi non lo ricorda, è quello a cui l'attore Massimo Ceccherini ha raccontato di aver frustato da piccolo il culo con l'ortica, un atto di bullismo di cui noi oggi stiamo vivendo le conseguenze, ma questa è un'altra storia.
Torniamo all'11 settembre del 2008. Quel giorno un comunicato stampa del Comune di Firenze recitò: "Una strada per Oriana Fallaci entro la fine dell'anno" (cioè il 2008); raccontando che la nuova strada sarebbe stata quella vicino al nuovo palazzo di Giustizia. Poi giustizia volle che la strada non fosse mai costruita e l'intitolazione saltò per mancanza di cemento. Fino all'annuncio di oggi: "Una fermata della tramvia per Oriana Fallaci". E ora esulta, popolo!
(Tra l'altro immagino che Oriana Fallaci abbia sempre sognato di diventare una fermata della tramvia).

Io penso che la decisione di ricordare Oriana Fallaci come un'eroina sia una stronzata gigantesca. Un atto masturbatorio di chi si eccita pensando alle mine antiuomo che l'Italia ha regolarmente venduto fino al 1997, e che ancora oggi fanno parte di quelle 110 milioni di mine disseminate in 67 paesi del mondo, e che tanto ci stanno aiutando a sconfiggere il terrorismo (sono ironico, ovviamente).

Mi spiego meglio. Intitolare una fermata della tramvia ad Oriana Fallaci è come se in Arabia Saudita intitolassero una fermata del bus a un apologeta dello scontro di religione che propone di far saltare in aria le Chiese. Perché Oriana Fallaci è questo che propose, fra i suoi ultimi deliri, molto chiaramente: "Se costruiscono una Moschea a Colle Val d’Elsa (Siena) prima della mia morte, vado a prendere l’esplosivo e la faccio saltare in aria io personalmente”. E l'esplosivo se lo sarebbe procurato, disse lei, dai suoi amici anarchici di Carrara. Che però, appena la lessero, dissero che non erano suoi amici e la mandarono a quel paese. La storia, poi, va avanti: dopo una grigliata di salsicce organizzata da Mario Borghezio nel cantiere della moschea, e una testa di maiale sul terreno fatta ritrovare da anonimi (anonimissimi proprio), la moschea venne inaugurata nel 2013, e l'Imam è oggi uno di quelli più incazzati (ovviamente) contro il terrorismo.

Ora, una prece. Se volete parlare bene di Oriana Fallaci, ci mancherebbe, fatelo. C'è chi gode a leccarsi i calzini o elogia Benito Mussolini. Voi, dunque, potete parlare bene di Oriana. Però Benito Mussolini e i vostri calzini non scrivono libri, invece Oriana Fallaci ha scritto diverse cose. Dunque, se ne volete parlare bene, ognuno ha le sue perversioni, che almeno abbiate letto un suo libro. Vi prego. Uno dei primi, possibilmente, uno di quelli belli davvero, perché non c'è niente di più offensivo, verso la memoria di una povera scrittrice, che parlarne bene solo per le frasi razziste dei suoi ultimi scritti, lasciando nel fosso della memoria le cose belle davvero. Io penso che anche lei preferirebbe dibattere con gente incazzata come me, e che però ha letto alcuni dei libri belli che ha scritto, rispetto a un lecchino con il pistolino dritto di fronte ai "nigger", che però non ha letto niente. Cioè la maggioranza, oggi, dei suoi difensori.

"Davvero mai come ora, pur vivendo sullo stesso pianeta, ho l'impressione di stare in un mondo assolutamente diverso dal tuo". Tiziano Terzani in Lettere contro la guerra, guardando la fermata della tramvia.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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