243 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Multa alla guida: come contestare la sanzione rilevata dal tutor

Per contestare una multa alla guida, presa attraverso la rilevazione del tutor, l’interessato deve rivolgersi al giudice di pace entro 30 giorni dalla ricezione del verbale.
A cura di Maurizia Marcoaldi
243 CONDIVISIONI
immagine di archivio
immagine di archivio

Può capitare di prendere una multa alla guida attraverso la rilevazione del tutor e può anche capitare di volerla contestare. Come deve comportarsi in caso di impugnazione l’intestatario della multa?

L’interessato dovrà fare ricorso al giudice di pace entro trenta giorni dalla data in cui ha ricevuto il verbale. La procedura va fatta recandosi di persona presso la competente cancelleria oppure con spedizione a mezzo posta della raccomandata munita di avviso di ricevimento. Al ricorso va allegato il contributo unificato dell’importo di 43 euro e di marca forfettaria di 27 euro, necessaria se le cause superano il valore di 1.033 euro.

Per legge, in caso di procedimenti di impugnazione di verbali per violazione di norme del codice della strada, il cittadino non è obbligato a ricorrere all’assistenza di un difensore  e pertanto potrà difendersi anche in proprio.

Cosa sono i tutor?

Per tutor, ossia il Sistema Informativo per il controllo delle velocità (SICVE), si intendono quei dispositivi che rilevano la velocità media dei veicoli su un tratto autostradale di lunghezza variabile. Il SICVE è stato introdotto sulla rete autostradale dal 2004 e il suo funzionamento è gestito dalla polizia stradale che ne programma l’attivazione e accerta le eventuali  violazioni. Il tutor si può trovare anche in varie arterie principali nei centri delle città come circonvallazioni.

L’obiettivo dei dispositivi è quello di influenzare il comportamento dei guidatori, garantendo una maggiore sicurezza sulle autostrade italiane.

Come funziona il tutor?

I tutor rilevano la velocità media percorsa dai veicoli su tratte di autostrada di lunghezza variabile, dai 10 ai 25 km. Solitamente sulle tratte ci sono due “portali” ai quali sono collegati dei sensori e delle telecamere.

Nel momento in cui l’automobilista passa sotto il portale il sensore rileva la tipologia di veicolo (camion, automobile, bus, moto) e attiva la telecamera che registra a sua volta la targa. In questo modo si registra la data e l’ora del passaggio. Alla fine della tratta il sensore del portale d’uscita attiva la stessa procedura di quello all’entrata, (rilevamento targa, data e ora del passaggio). A questo punto un sistema centralizzato abbina i dati rilevati dai due sensori, quello di entrata e di uscita, determinando la velocità media (il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato nel percorrerlo) di ciascun veicolo. In caso di violazione, attraverso il database della motorizzazione civile, si risale all’intestatario del veicolo. Sarà poi la polizia stradale a verificare la violazione e avviare la procedura di notifica della multa. I dati dei veicoli la cui velocità media non supera quella consentita vengono automaticamente eliminati. Il tutor funziona anche di notte o in condizioni meteo difficili, quindi con la pioggia o in presenza di nebbia.

Su quali strade si trovano i tutor?

Sul sito di Autostrade per l’Italia è disponibile una mappa dei tutor che chiarisce dove sono attive le postazioni fisse per il rilevamento della velocità. Esistono anche delle app che segnalano i dispositivi e anche i navigatori possono indicare la loro presenza. È bene sottolineare che invece per gli autovelox è la Polizia di Stato, con un elenco che viene aggiornato settimanalmente, a indicare la loro istallazione.

243 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views