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Migranti, Matteo Salvini vuole i centri d’accoglienza in Africa: “La pacchia è finita davvero”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ribadisce la volontà di istituire i centri d’accoglienza per i migranti nei loro paesi d’origine: l’obiettivo è quello di riportare le imbarcazioni di Marina militare e guardia costiera il più vicino possibile alle coste italiane, spostando allo stesso tempo la frontiera in Africa e non più in Europa. “La pacchia è finita davvero”, aggiunge Salvini.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’idea è stata già espressa negli scorsi giorni dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il suo incontro con il presidente francese Emmanuel Macron. Ora a ribadire la linea del governo italiano è Matteo Salvini: il ministro dell’Interno vuole puntare sugli hotspot nei paesi africani in cui i migranti si imbarcano per raggiungere le coste italiane. Questo potrebbe essere uno dei punti di partenza, per il governo italiano, della modifica del regolamento di Dublino: l’obiettivo è spostare in Africa, attraverso i centri di accoglienza nei paesi d’origine dei migranti, la frontiera dell’Europa, con lo scopo di ridurre le partenze. Il problema degli hotspot in Libia e Tunisia riguarda le strutture: c’è da capire quanto sia complicato realizzarli, a chi affidare questo compito (un’agenzia internazionale) e dove prendere le risorse necessarie.

Salvini parla in un colloquio con il Giornale, soffermandosi proprio su alcuni punti riguardanti l’immigrazione. “La pacchia è finita davvero”, dice ribadendo un messaggio che ha già suscitato forti critiche nei suoi confronti. “La Marina militare e la guardia costiera – assicura comunque il ministro dell’Interno – continueranno a salvare vite come hanno fatto meritoriamente fino a oggi, ma poi ragionerò coi ministri Toninelli e Trenta, che ne hanno competenza e con i quali sto lavorando benissimo, sul fatto che è giusto salvare vite, però non sta scritto sulla Bibbia che dobbiamo essere gli unici a girare per tutto il Mediterraneo”.

L’idea di Salvini è quella di allontanare Marina e guardia costiera italiane dai porti libici, per farle tornare il più possibile vicino all’Italia. “Una volta fatta chiarezza sul ruolo delle Ong, anche noi dovremo essere più attenti e vicini al nostro territorio, per cui chiederò ai colleghi di tenere i nostri uomini e le nostre navi più vicini alle nostre coste”, afferma spiegando la sua posizione sul tema. L’assunto da cui parte il ministro dell’Interno è che “nel Mediterraneo ci sono tanti paesi che possono intervenire”. E cita quelli del Nord Africa, ma anche Francia, Spagna, Portogallo e Malta. E da questi ultimi Salvini si attende che, proprio come ha fatto la Spagna con Aquarius, inizino ad accogliere più imbarcazioni con a bordo migranti.

L'attacco alle Ong

Sulle Ong Salvini continua: “Con il no alle Ong mi pare che questi abbiano gettato la maschera. Non sono generosi, cristiani, che salvano il prossimo, ma nascondono precisi interessi economici. Sono finanziati direttamente da persone come Soros che non vuole aiutare i bambini che scappano, ma creare nuovi schiavi. Ecco perché continueremo a non far entrare le navi Ong e a dirottarle in altri Paesi”. Il ministro dell’Interno fa sapere che andrà a brevissimo in Libia “per confermare l'amicizia tra i due Paesi e una collaborazione economica per investire in strade, infrastrutture, ospedali e altro, ma anche per ribadire il ruolo di Marina e Guardia costiera libiche, perché noi non andiamo come i francesi a dare lezioni o a colonizzare, ma a dare il nostro supporto”.

I rapporti tra Salvini e il M5s

Infine, Salvini dedica un passaggio del suo colloquio anche al rapporto con i Cinque Stelle: non c’è alcuno screzio, assicura. E sottolinea: “Coi 5 stelle lavoro bene e con il centrodestra ho rapporti buoni. Quello che sto facendo in questi giorni penso sia gradito a tutti gli italiani, a prescindere dagli schieramenti. Nei 5 Stelle ho trovato persone serie, però il contatto con Berlusconi e con la Meloni non si è mai interrotto e mai lo interromperò”.

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