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L’Isis circonda Kobane, Turchia da’ l’ok a operazioni militari

I jihadisti assicurano che i combattimenti coi curdi volgono a loro favore e la città, alla frontiera tra Siria e Turchia, starebbe per capitolare. E così anche Ankara, restia ad aderire alla coalizione voluta da Obama contro i terroristi, da’ l’ok ai raid contro lo Stato Islamico.
A cura di Biagio Chiariello
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L’Isis è sempre più vicino a Kobane, città curda alla frontiera tra Siria e Turchia, la cui presa, essenziale per il controllo del territorio da parte dei jihadisti, è considerata ormai imminente da parte degli stessi seguaci di Abu Bakr al Baghdadi, secondo quanto riferisce l’emittente televisiva Al Jazeera. Ma dalla Turchia arriva l’avvertimento: “Faremo tutto quanto in nostro potere per impedire che ciò accada”. Il Parlamento di Ankara ha già dato il via libera a operazioni militari contro lo Stato islamico (Is). Ankara che in un primo momento era apparsa restia ad entrare nell’alleanza con l’America per combattere i terroristi. Alle azioni militari prenderà parte anche l'Australia: il governo ha infatti detto si raid contro l’Isis in Iraq e al dispiegamento di "truppe speciali per assistere le forze irachene a pianificare e coordinare le operazioni ma non per partecipare direttamente a missioni militari". Nell'annunciare la decisione il premier Tony Abbott ha sottolineato che “i terroristi dell'Is hanno dichiarato guerra al mondo e devono essere fermati”.

La caduta di Kobane rischia di portare ad una strage di civili

L'Osservatorio siriano per i diritti dell'uomo non nasconde la sua preoccupazione per la eventuale caduta di Kobane." C'è un concreto timore che l'Isis possa prendere” la città alla frontiera con la Turchia “in tempi brevi e molti dubbi sul fatto che i combattenti curdi possano arrestarli". Il timore dell’Osservatorio è che l’evento possa essere accompagnato da stragi e massacri. Le milizie curde poste a difesa dei civili nel territorio non avrebbero la forza e i mezzi necessari per tutelarli. Finora l’offensiva dell’Isis ha costretto alla fuga di almeno 160.000 persone, che dalla metà di settembre hanno trovato rifugio in Turchia. Intanto in Iraq almeno 42 soldati sono morti in un’offensiva dello Stato islamico nel distretto di Hit, 150 chilometri a ovest di Baghdad.

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