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Il Museo delle Anime del Purgatorio di Roma: qui, le prove dell’esistenza dell’aldilà

Il particolare rapporto dell’uomo con la morte passa attraverso numerose tradizioni e credenze che hanno dell’incredibile: uno dei simboli di tale rapporto è senz’altro il Museo delle Anime del Purgatorio di Roma. Un luogo molto particolare, in cui gli antichi (e non solo) credevano fossero esposte le prove dell’esistenza dell’aldilà.
A cura di Federica D'Alfonso
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Miniatura del Quattrocento raffigurante l'Inferno (Conde Museum, Chateau of Chantilly, Francia).
Miniatura del Quattrocento raffigurante l'Inferno (Conde Museum, Chateau of Chantilly, Francia).

Esiste un luogo, a Roma, dove si ritiene che esistano le prove concrete dell’esistenza dell’aldilà e dove i defunti, nella speranza di essere ricordati e di conquistare un posto in Paradiso, avrebbero lasciato tracce tangibili del loro passaggio. Si tratta di una piccola chiesa neogotica, nota per questo anche come “piccolo duomo di Milano”, situata nel rione Prati, che al suo interno ospita un curioso museo: quello delle Anime del Purgatorio. Un luogo ricco di fascino che ha una storia molto, molto particolare.

Questo inusuale museo si trova nella Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, costruita nell'ultimo decennio dell’Ottocento. Il suo fondatore, Victor Jouët, a seguito di un devastante incendio che distrusse completamente una delle cappelle dedicate alle Vergine del Rosario, disse di riconoscere fra i segni delle fiamme un volto umano. Il sacerdote francese non ebbe dubbi: l’anima di un defunto stava tentando di comunicare con il mondo dei vivi.

L’iniziale stupore si trasformò in una vera e propria missione spirituale: l’uomo viaggiò molti anni in svariate parti d’Europa raccogliendo testimonianze, reperti e documenti di accadimenti simili, tracce del passaggio delle anime del Purgatorio sulla terra. La mole di oggetti raccolti negli anni divenne talmente grande ed importante da spingere Jouët e tutta la comunità del Sacro Cuore ad aprire un vero e proprio museo, che inizialmente venne chiamato “Museo cristiano dell’Oltretomba”.

Il Purgatorio: un luogo di passaggio

Le credenze legate all'aldilà caratterizzano una buona parte della nostra cultura popolare: la morte ha sempre rivestito un ruolo importante per i vivi, e non sempre è stata temuta o esorcizzata. Molto spesso l’uomo ha tentato di costruire un legame con ciò che, almeno nella sua sostanza terrena, è destinato a scomparire. Un legame necessario per gli stessi defunti che, se condannati a scontare le loro mancanze in Purgatorio, potevano sperare di trovare la salvezza eterna tramite proprio il ricordo e le preghiere dei vivi: è proprio quest’ultima speranza che ha riempito, negli anni, le sale del Museo del Purgatorio. Segni tangibili del passaggio dei morti, richieste di aiuto e di redenzione affollano questo curioso, e per nulla usuale, luogo di Roma.

Impronte nel fuoco

In una delle teche del museo è conservata quella che a un primo sguardo sembrerebbe solo una camicia da notte malridotta: in realtà dietro questo indumento risalente al XVIII secolo è nascosta la storia di Giuseppe Leleux di Wodecq. Uomo dissoluto e senza fede, noto per la sua passione per le belle donne e i piaceri mondani: una notte, nel 1762, nella stanza in cui Giuseppe dormiva appare una donna. Sua madre: la visione rimproverò a Giuseppe i peccati commessi, tanto da portarlo alla conversione. E la camicia da notte? Su una delle maniche è possibile vedere ancora una bruciatura: i contorni di una mano femminile.

Fra le tante altre inquietanti reliquie del Sacro Cuore del Suffragio un libro di preghiere, anch'esso impresso a fuoco con una mano, oppure una federa di un cuscino appartenuta ad una suora morta di tubercolosi nel tardo Ottocento: su di essa, sempre il fuoco. Alcuni degli oggetti sono molto più recenti: fra questi, delle banconote rinvenute nel monastero di San Leonardo da Montefalco, lasciati dallo spirito di un prete defunto per convincere i confratelli a pregare per lui.

Ad oggi il numero delle reliquie custodite nel museo risulta notevolmente ridimensionato rispetto al passato, ma nonostante questo sopravvivono in esso alcuni documenti e alcune storie che hanno, al di là della valenza mistica o religiosa, un fascino unico. Una testimonianza importante non tanto dell’esistenza dell’oltretomba, quanto del particolare rapporto dell’uomo con esso che contraddistingue la nostra cultura.

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