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I giovani si organizzano e guardano a Zingaretti: “Ora tocca a noi, servono volti e idee nuovi”

“C’è chi dice noi” è la convention che a gennaio riunirà i giovani attivisti delle associazioni, militanti di partito, amministratori locali o che chiedono un cambiamento radicale nel centrosinistra e che sostengono Nicola Zingaretti: “È il momento di essere protagonisti con le nostre idee e la nostra forza perché siamo stanchi di sentirci dire che rappresentiamo solo il futuro”.
A cura di Valerio Renzi
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L'appuntamento è per la prima metà di gennaio. Un incontro che veda riunite le piattaforme giovanili, fuori e dentro il Partito democratico, che guardano con interesse o sostengono espressamente la candidatura di Nicola Zingaretti alle primarie. La città ospitante, con tutta probabilità Bologna, di certo c'è lo slogan: "C'è chi dice noi". In queste ore stanno circolando una manciata di righe che danno il senso dell'urgenza di muoversi per dare una scossa al centrosinistra: "È il momento di costruire una nuova Italia e una nuova Europa, dove equità e crescita siano le parole più importanti. Dobbiamo farlo noi! È il momento di dire no alle politiche di questo governo che taglia gli investimenti su scuola, università e cultura mentre noi vogliamo un lavoro vero e un’economia giusta.
È il momento di dire noi per costruire, oltre gli individualismi, una comunità politica aperta e inclusiva dove sentirci veramente a casa. È il momento di essere protagonisti con le nostre idee e la nostra forza perché siamo stanchi di sentirci dire che rappresentiamo solo il futuro. Il tempo dell’azione non inizia domani, comincia adesso".

Stanno lavorando pancia a terra RiGenerazione Italia, Piazza Grande Futuro e il mondo degli amministratori, dirigenti e militanti dei Giovani Democratici per una convention che coinvolga il mondo della giovanile, degli amministratori locali, dell'associazionismo e semplici ragazze e ragazzi che cercano uno spazio per essere protagonisti. "Guardiamo esplicitamente alla candidatura di Nicola Zingaretti alla guida del Partito democratico, ma anche di una rinnovata alleanza sociale e politica – spiegano da RiGenerazione Italia – È un'occasione che vogliamo cogliere per cambiare direzione dopo la sconfitta del 4 marzo". L'appuntamento di gennaio servirà non solo per costruire un network di giovani fuori e dentro il Pd, ma anche e soprattutto per passare dalle parole ai fatti: "L'obiettivo non è solo mettere insieme competenze, idee ed esperienze, ma anche quello di costruire un programma generazionale fatto di tre o quattro punti chiari su cui batterci". Quali le priorità? Per i ragazzi di Piazza Grande servono "poche parole chiare che parlino a una generazione che ha paura del proprio futuro: investimenti su formazione e ricerca, un lavoro dignitoso, un welfare che guardi a esigenze nuove, lotta alla precarietà del lavoro ed esistenziale".

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Mentre in Italia i giovani cercano una nuova strada per avere spazio in politica, negli Stati Uniti le elezioni di midterm hanno portato al Congresso una truppa di giovanissimi democratici, tantissime le donne e le espressioni delle minoranze. E qui da noi? "Negli Stati Uniti  forze giovani e volti nuovi si sono imposti in discontinuità con il passato, hanno battuto l'establishment dei democratici prendendo più voti alle primarie con idee nuove e radicali. Pensiamo ad Alexandria Ocasio-Cortes, una nostra coetanea diventata la più giovane parlamentare della storia degli States". Ocasio si definisce però "socialista", un'etichetta che da sola non é sufficiente per questi giovani: "Nicola Zingaretti parla di ‘progressisti' e ‘riformisti', soprattuto il primo termine è quello che ci racchiude meglio. Serve costruire un'alleanza ampia, dove ognuno possa sentirsi a casa".

Soprattutto Ocasio-Cortez però è una giovane donna e una latina, qui da noi non senza ius soli non avrebbe avuto automaticamente la cittadinanza e a 18 anni sarebbe tornata ad essere "un'immigrata". Che ne pensano gli organizzatori di "C'è chi dice noi!" dei cartelli che parlavano di "+ clandestini – rimpatri" sbandierati ieri dai parlamentari del Pd all'approvazione del Decreto Salvini: "Serve costruire una coalizione un Partito democratico con valori chiari e condivisi. Ieri molti esponenti democratici hanno preferito inseguire Salvini sul suo terreno, utilizzando slogan e parole d'ordine lontane dal nostro popolo e dai suoi sentimenti".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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