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Covid 19

Come sarà la fase 2 dal 4 maggio: spostamenti scaglionati per età e orari differenziati a lavoro

Come sarà la fase 2 dell’emergenza Coronavirus in Italia? Stando alle ultime indiscrezioni, a partire dal 4 maggio le misure restrittive saranno via via allentate secondo un piano che prevederebbe uscite scaglionate per fasce d’età. Gli ultimi a poter tornare alla normalità saranno gli over 70: si provvederà pertanto a mappare la popolazione con test sierologici e a lanciare una applicazione con i dati dei cittadini che consenta di monitorare costantemente i loro spostamenti.
A cura di Ida Artiaco
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Uscite scaglionate per fasce d'età, orari differenziati per l'ingresso a lavoro e test sierologici in grande quantità per mappare la popolazione e tenere sotto controllo il virus. Sono queste alcune delle ipotesi al vaglio degli esperti per la famosa fase 2, quella in cui l'Italia, superato il punto acuto dell'emergenza Covid-19, uscirà dal lockdown e proverà a tornare alla normalità. La data a cui tutti guardano è quella del 4 maggio: stando a quanto stabilito dall'ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte, a partire da quella giornata i divieti non scompariranno ma saranno certamente allentati e si programmerà il ritorno in attività di aziende, negozi, liberi professionisti, tenendo in considerazione soprattutto l'età delle persone. Al momento si tratta solo di ipotesi e indiscrezioni, per cui il condizionale è d'obbligo. Ma ciò che è certo è che gli over 70, i più colpiti dall'infezione, saranno gli ultimi ad uscire di casa. Lo ha confermato anche la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa al Corriere della Sera: "Dobbiamo prevedere un programma particolare, percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare. Però mettendoli anche al riparo dall’afa e dall’isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi".

Ingresso a orari differenziati a lavoro

La fase 2 è la più delicata, perché l’R0, l'indice di contagiosità, dovrà essere prossimo allo zero ma rimarrà il rischio di contagio e per questo si dovrà evitare in ogni modo la nascita di nuovi focolai. Anche perché il pericolo che ne scoppino di altri, anche più piccoli, è reale, soprattutto a livello intra-familiare e lavorativo. È probabile, da questo punto di vista, che si decida, laddove non è possibile favorire lo smart working, di scaglionare gli orari di ingresso e di uscita, non solo per evitare assembramenti davanti a fabbriche e uffici, ma anche per alleggerire il carico dei mezzi pubblici, che rischiano di essere il vero anello debole della nuova fase di convivenza con il Coronavirus. Per quanto riguarda gli anziani, sempre Zampa ha spiegato che "un aiuto dovrà arrivare anche dai servizi sociali che conoscono le situazioni di rischio. Anche perché con l’arrivo del caldo dovremo prevedere l’assistenza in apposite residenze e sussidi per chi non avrà la possibilità di vivere in condizioni accettabili".

Distanza di un metro e mascherine diventeranno la norma

Per tenere tutto sotto controllo ed evitare una nuova forte ondata di contagi, che metta in ginocchio gli ospedali italiani e in particolare i reparti di terapia intensiva, si provvederà a mappare la popolazione con test sierologici e una applicazione con i dati dei cittadini che consenta di monitorare costantemente i loro spostamenti. L'idea, stando alle ultime indiscrezioni, è quella di creare una sorta di archivio telematico che sostituisca l’autocertificazione e in cui si può specificare se il soggetto sia stato già sottoposto a tampone o meno. In questo modo sarà possibile monitorare gli spostamenti delle persone e consentire la ripartenza delle attività, sia pur a scaglioni, ricordando tre regole fondamentali che diventeranno la norma per i prossimi mesi: mantenere sempre il distanziamento di almeno un metro e indossare guanti e mascherine in luoghi pubblici.

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