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Ashley Olsen, uccisa a Firenze: Diaw condannato a 30 anni, esclusa aggravante crudeltà

Il 27enne senegalese Cheik Diaw è stato condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Ashley Olsen, la 35enne statunitense uccisa nella sua casa di Firenze l’8 gennaio scorso. Diaw era l’unico imputato nel processo per la morte della ragazza.
A cura di Susanna Picone
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Diaw Cheik Tidiane e Ashley Olsen
Diaw Cheik Tidiane e Ashley Olsen

Trenta anni di carcere per l’omicidio di Ashley Olsen, la statunitense di trentacinque anni uccisa nella sua casa di Firenze nel gennaio scorso. Questa la sentenza pronunciata oggi dalla corte d'assise di Firenze che ha riconosciuto colpevole del delitto il ventisettenne senegalese Cheik Diaw. Il giovane, presente in aula al momento della sentenza, era l’unico imputato nel processo per l’omicidio di Ashley a Firenze. La corte non ha riconosciuto l'aggravante della crudeltà. Al momento della lettura della sentenza hanno assistito il padre, la madre, il fidanzato di Firenze e molti amici della ragazza americana. La mamma della giovane aveva messo una foto della figlia e una rosa rossa sul tavolo dell’aula di giustizia. Erano inoltre presenti il fratello e alcuni amici dell’imputato. La corte d'assise di Firenze si era ritirata intorno alle 9.45 in camera di consiglio per deliberare sul processo per l'omicidio di Ashley.

La ricostruzione dell’accusa del delitto di Ashley – Per il senegalese, che era stato fermato dalla polizia il 14 gennaio scorso, la pubblica accusa aveva chiesto la condanna all'ergastolo. La decisione della giuria è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio. Secondo l’accusa, accolta dalla Corte di Assise, Ashley venne uccisa nel monolocale in cui viveva in via Santa Monaca a Santo Spirito l'8 gennaio scorso, di prima mattina, al culmine di una lite con Cheik, giovane che aveva conosciuto in un locale. La donna era stata prima colpita alla testa e poi strangolata. Non ci sarebbero, secondo l’accusa, altri responsabili nella morte della giovane americana se non lui, che era stato “immortalato” anche dalle telecamere di sicurezza della zona in orari compatibili con l'omicidio. Da parte sua Diaw, in aula, aveva dichiarato che quando lasciò l'appartamento della statunitense la donna era ancora viva.

Legali Diaw: “Ricorreremo in appello” – Il 27enne è stato condannato anche al pagamento di 450.000 euro complessivi di provvisionale a favore della madre, del padre e della sorella di Ashley, costituitisi parte civile. I legali dell’uomo hanno annunciato che faranno appello: “C’è da lavorare per l'appello – ha affermato Federico Bagattini, che difende il senegalese insieme ad Antonio Voce -, dobbiamo essere più convincenti per arrivare a un'assoluzione”. “Si tratta di una sentenza negativa per noi – ha proseguito l’avvocato -, l'unica consolazione è che è stata esclusa l'aggravante della crudeltà. Abbiamo fatto bene a seguire il rito ordinario, la pena sarebbe stata identica nell'abbreviato”.

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