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Alitalia: stipendio ridotto per non tagliare 630 posti di lavoro

L’azienda durante le trattative con i sindacati ha presentato un piano di risanamento che prevede contratti di solidarietà con una decurtazione delle ore di lavoro e dello stipendio mensile per evitare i licenziamenti.
A cura di Antonio Palma
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Continua il serrato confronto tra Alitalia e sindacati attorno al piano di risanamento dell'azienda aerea ormai in profonda crisi. Per scongiurare nuovi esuberi e sanare almeno in parte le disastrate casse del gruppo, le trattative prevedono per il momento un nuovo piano industriale ma soprattutto una serie di contratti di solidarietà per almeno 2400 dipendenti. Nel dettaglio, per evitare 630 esuberi l'azienda ha chiesto ai rappresentanti dei lavoratori di accettare una serie di contratti che prevedono una riduzione di 50 ore medie mensili dell'orario di lavoro, vale a dire circa sei giorni, e una conseguente riduzione dello stipendio di circa 70 euro mensili.

Tagliato lo stipendio dei manager  – Nella proposta avanzata dall'azienda nel corso della trattativa iniziata ieri e proseguita anche oggi, l'ad di Alitalia ha chiarito che per dare l'esempio il top manager si è decurtato lo stipendio del 20 per cento mentre quello del resto del management è stato tagliato del 10 per cento. La proposta di Alitalia dovrebbe riguardare il personale di terra non operativo, vale a dire i dipendenti degli uffici, e dovrebbe durare complessivamente due anni. L'azienda data la situazione ha chiesto che l'avvio del progetto di risanamento avvenga il prima possibile e comunque non oltre giugno. I sindacati per il momento hanno sospeso le trattative e aggiornato la discussione a giovedì prossimo chiedendo però all'Alitalia di rivedere la platea dei lavoratori interessati e il numero di ore di lavoro da tagliare.

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