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Affidi, polemiche sull’assessora leghista in Piemonte: “Non accetto critiche da chi non è madre”

“Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli. C’è chi parla e non è nemmeno madre. Forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo”: queste le controverse frasi dell’assessora leghista alle Politiche per la Famiglia in Piemonte, Chiara Caucino, che sta riscrivendo la legge regionale sugli affidi.
A cura di Annalisa Girardi
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L'assessora leghista alle Politiche per la Famiglia del Piemonte, Chiara Caucino, è finita al centro delle polemiche dopo le sue frasi sugli affidi, un campo che la vede attiva nella scrittura della nuova legge regionale. "Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli", ha affermato l'assessora in un incontro organizzato da un comitato contrario agli affidi. "C'è chi parla e non è nemmeno madre. Forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Sono arrabbiata con chi non capisce che non strumentalizzo i bambini e che il mio interesse è tutelarli: lo faccio per mio figlio e per tutti i bambini. Perché i figli sono dei genitori e non dello Stato, al contrario di quanto credono alcune parti politiche", ha aggiunto Caucino.

La nuova norma, "Allontanamenti zero", è già stata approvata dalla Giunta del centrodestra di Alberto Cirio ed è ora attesa in Consiglio regionale. Uno dei punti centrali del ddl è lo spostamento di risorse, 44 milioni stanziati, dai servizi sociali alle famiglie in difficoltà. Il provvedimento ha scatenato le reazione del centrosinistra e del Movimento Cinque Stelle, tra cui la sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha chiesto a Cirio di pretendere le scuse dall'assessora e rivedere il ddl. "Inqualificabili le affermazioni dell’assessora leghista Chiara Caucino, sul ruolo della donna e sulla sacralità del vincolo genitoriale come mero fenomeno biologico. Se questi sono i presupposti da cui nascono le sue proposte di legge, si spiega la totale inconsistenza e dannosità del ddl Affidamenti zero", ha scritto Appendino su Facebook.

Anche il segretario regionale del Partito democratico, Paolo Furia, ha chiesto le dimissioni di Caucino: "Caucino vuole tappare la bocca a chi contrasta la sua proposta di legge su allontanamento zero pur non avendo figli. Neanche troppo velato riferimento a chi tra le nostre fila sta seguendo, con competenza e tenacia quotidiana, la battaglia, condivisa da servizi sociali, istituzioni e associazioni, contro la sua propagandistica proposta di legge. Siamo dunque già al secondo insulto e offesa personale nei riguardi di qualcuno di noi da parte di assessori regionali di questa ‘moderatissima' giunta. Ora basta. Il presidente Cirio perderà credibilità se non interverrà subito nel mettere fine a questa sceneggiata dell'assessore Caucino. La quale, avendo dimostrato di non essere all'altezza del ruolo, dovrebbe dare le dimissioni seduta stante e chiedere scusa a chi ha offeso". Domenico Ravetti, capogruppo dem in Regione, afferma: "Nel gruppo del Pd c'è una sola donna, non ha figli e si sta battendo per tutelare bambini vittime di situazioni tremende. Ci dica Caucino se è lei che vilmente sta tirando in ballo".

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