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Addio a Jimmy, muore in servizio il cane anti-esplosivo del contingente italiano in Libano

Jimmy, che presto sarebbe andato in pensione, è stato stroncato da un malore a 11 anni mentre era in missione in Libano. Da autentico “veterano”, questo cane era stato già impiegato per sei missioni all’estero, in Afghanistan, in Kosovo e in Libano.
A cura di Susanna Picone
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L'esercito italiano dice addio a Jimmy, veterano dei cani anti-esplosivo. Jimmy, detto Gamais, è stato stroncato da un malore a undici anni mentre era in servizio in Libano. A dare notizia del suo decesso la Difesa secondo cui il pastore belga malinois veterano delle missioni “fuori area” è morto durante lo svolgimento di un regolare turno di servizio per il controllo anti-esplosivo sui veicoli in ingresso presso la base di Shama, sede del Comando del Settore Ovest della missione Unifil. La morte di Jimmy, che era prossimo alla pensione, sarebbe da ricondurre ad un malore. Improvvisamente il cane si è accasciato al suolo. Inutili i tentativi di rianimarlo, prima da parte del suo conducente, un caporal maggiore dell'Esercito, e poi da parte dell'ufficiale veterinario del contingente, subito intervenuto. Jimmy ha svolto il proprio servizio per oltre 10 anni, inquadrato presso il Gruppo cinofili di Grosseto ed era già stato impiegato per ben sei volte in missioni all'estero, in Afghanistan, in Kosovo e in Libano.

I cani impiegati per la ricerca degli esplosivi vengono selezionati da cuccioli, attraverso una valutazione delle loro capacità e della loro indole caratteriale. Vengono affidati a un militare conducente – con cui condivideranno la loro “carriera” e spesso anche la pensione, dato che frequentemente i conducenti chiedono poi l'affido di questi cani al termine del loro servizio – ed effettuano un corso di formazione e addestramento della durata di un anno. Durante il corso l'animale impara a ricercare, individuare e segnalare la presenza di sostanze esplosive. Negli anni, l'impiego di unità cinofile all'interno dei contingenti militari nazionali – in Italia e altrove – è divenuto fondamentale per contrastare il pericolo degli ordigni esplosivi improvvisati (iED).

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