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Alluvioni e frane? In Italia sono imprevedibili: storia di uno scaricabarile

Dalle tragiche frane di Sarno e della Liguria alle alluvioni di Napoli e di Massa Carrara fino al caso della Sardegna, la risposta di tecnici e politici è sempre la stessa: “Evento imprevedibile”. Ma è proprio così? La pioggia d’inverno è così sorprendente?
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È sempre colpa del padreterno. O del fato. Quando in Italia ci troviamo dinanzi a vicende come quella che ha devastato la Sardegna, sono due le frasi che ricorrono, pronunciate da chi doveva monitorare sul dissesto idrogeologico. Sono due frasi imbarazzanti: «Evento non prevedibile», «Evento straordinario». Era una «pioggia inusuale» (Andrea Todisco, Capo dipartimento Protezione civile) quella che nel maggio del 1998 cadde su Sarno e Quindici, provincia di Salerno generando una gigantesca frana con morti e danni paurosi. Stessa cosa dissero a Napoli, nell'ottobre 2009 quando una alluvione provocò danni enormi e negli stessi giorni a Messina e Giampilieri e Scaletta Zanclea, dove morirono 37 persone. «Evento straordinario». E giù i dati delle «eccezionali precipitazioni». Imprevedibili. «Quanto successo in Veneto non era facilmente prevedibile, vista la pioggia caduta in 24 ore» disse – era il novembre 2010 – il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi dopo l'alluvione nel Nord Est. «Le previsioni erano puntuali e precise, per quanto lo può essere una scienza che non è mai esatta, il sistema di allertamento ha funzionato. Bisogna però lavorare per migliorare l'informazione alla popolazione, che deve essere messa al corrente della situazione e dei rischi che corre»: a parlare era il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, subito dopo l'alluvione in Liguria, ottobre 2010. E da allora cosa è stato fatto è sotto gli occhi di tutti: niente.

«Il Governo è impegnato nel realizzare tutti gli sforzi possibili per la messa in sicurezza e il ripristino dei territori violati dall'eccezionale maltempo che nel giro di appena dieci giorni ha interessato il nord-ovest del Paese». Novembre 2011: una scaricata d'acqua violentissima mette in ginocchio l'area Nord occidentale e la Toscana. La reazione è sempre la stessa, identica. Sempre nell'inverno 2011 frana l'area delle Cinque Terre in Liguria, ci sono dei morti. L'assessore alla Protezione Civile della Liguria, Renata Briano parla di evento eccezionale con 30 ore di nubifragio e fase acuta di 8 ore. Lo è, eccezionale. Così come è eccezionale l'impreparazione della totalità delle regioni italiane alla pioggia. «I tecnici hanno calcolato che i ‘tempi di ritorno' di un evento del genere, cioè la probabilità che si possano ripetere alluvioni simili con analoga intensità, sarebbero superiori ai 500 anni e sicuramente plurisecolari». Lo dice il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo in commissione Ambiente al Senato, parlando dell'alluvione in Liguria e Toscana del 2011. Siamo nel 2013: non sono passati cinquecento anni. Eppure l'impreparazione è la stessa. Così come l'ipocrita risposta alla rabbia di chi piange i morti.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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