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Allerta carne, la rivolta delle associazioni: “Ne mangiamo la metà degli americani”

La carne lavorata può essere cancerogena, ma non allarmatevi. Questo il leitmotiv delle associazioni di categoria contro le voci secondo cui insaccati e carne rossa farebbero male come il tabacco. Gli oncologi: “No ai divieti, basta non esagerare”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Probabilmente cancerogena per gli esseri umani”. La carne lavorata può causare il cancro, così come anche mangiare carne rossa. E’ l’allarme lanciato ieri dall'Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, parte dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità. Per quanto il condizionale sia d’obbligo (tutto gira intorno a quel “probabilmente”, ciò significa che la carne rossa non è pericolosa come il fumo, che invece è cancerogeno senza il “probabilmente”), in queste ora si stanno rincorrendo molte dichiarazioni di esperti, associazioni di consumatori e politici su quella che è stata sicuramente la notizia della giornata di ieri. Innanzitutto le precisazioni: Per una persona, il rischio di sviluppare cancro all'intestino a causa del consumo di carne processata resta piccolo, ma aumenta in proporzione alla carne consumata", ha dichiarato il dottor Kurt Straif, capo dello Iarc. Lo stesso curatore del rapporto ha ricordato che all'eccesso di carne possono essere attribuite 34mila vittime all'anno, mentre un milione di persone muoiono per il fumo, 600mila per l'alcol e 200mila per l'inquinamento. L'articolo dove è apparsa la ricerca, su Lancet, inoltre ricorda che la carne rossa "contiene proteine di alto valore biologico e nutrienti importanti come vitamina B, ferro e zinco".

Le associazioni: "Consumiamo metà della carne degli Usa"

Carmine Pinto, presidente dell'Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, sottolinea che "nessuno si sogna di vietare la carne. Va consumata con equilibrio, una o due volte a settimana e all'interno di una sana dieta mediterranea. Anche Assica-Assocarni evidenziano che “gli italiani seguono la dieta mediterranea, e quindi gli italiani consumano mediamente meno carne e salumi dei loro vicini europei, e ancora meno rispetto ad americani (sia del sud che del nord) o australiani”. Senza contare la "qualità che il made in Italy garantisce". Insomma: “la nostra salute non è a rischio" ribadiscono le associazioni. Sulla stessa scia è Coldiretti, che afferma: "La carne italiana è la più sana", evidenziando che "il rapporto Oms è stato eseguito su scala globale su abitudini alimentari molto diverse dalle nostre" dove il consumo di wurstel e insaccati è di gran lunga minore rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti e al Nord Europa.

Attenzione alle parti bruciacchiate

E mentre  il ministro della Salute Beatrice Lorenzin afferma di aver già “attivato il comitato nazionale per la sicurezza alimentare perché fornisca un parere”, un plauso allo studio dell’Oms va all'oncologo Umberto Veronesi, che da decenni ha scelto di non mangiare carne. "Il mio consiglio da vegetariano da sempre è quello di eliminare del tutto il consumo di carne, e questo per motivi etici e filosofici. Detto ciò, lo studio dell'Organizzazione mondiale della sanità Oms sulla cancerosità della carne rossa e trattata non ci coglie di sorpresa", ha detto Veronesi, precisando come ”tutti gli studi che vanno nella direzione di identificare nuovi possibili fattori di rischio per il cancro sono comunque un grande passo avanti". Se per le carni lavorate il rischio principale arriva da sostanze come nitrati e nitriti, usati per la conservazione, le carni rosse possono diventare cancerogene quando vengono cotte a temperature molto alte, come alla griglia o al barbecue. Giovanna Caderni, la tossicologa dell'università di Firenze che fa parte del gruppo dei 22 esperti, avverte che "la parte bruciacchiata contiene sostanze cancerogene non troppo diverse da quelle delle sigarette" spiega la ricercatrice. "Ma neanche la cottura a temperature più basse evita del tutto la comparsa di sostanze che hanno il potere di mutare il Dna". Poi una precisazione: "Non spetta a noi fare raccomandazioni. Noi siamo stati chiamati solo a stabilire un rapporto fra causa ed effetto”.

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