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Alina, uccisa in casa davanti alla figlia: arrestati due giovani di 18 e 19 anni

Alina Elena Bità era stata assassinata davanti alla figlia di 11 mesi nell’ottobre scorso al termine di una tentata rapina da parte di due ragazzi di 18 e 19 anni.
A cura di Davide Falcioni
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Due giovani romeni, rispettivamente di 19 e 18 anni, sono stati arrestati su mandato della Procura di Termini Imerese con l'accusa di aver ucciso la giovane mamma romena Alina Elena Bità, di 28 anni, strangolandola nella sua abitazione a Cerda lo scorso 9 ottobre di fronte alla figlia di 11 mesi. La cattura dei due presunti assassini è stata messa a segno dai militari del Nucleo operativo della compagnia di Termini Imerese e della stazione di Cerda. Le indagini condotte in questi mesi hanno consentito di acquisire gravi e concordanti elementi indiziari che inchiodano i due giovani, cugini del marito della vittima, i quali avrebbero agito a seguito di un tentativo di furto – non riuscito – all'interno della casa della donna, dove avevano fatto irruzione con un pretesto per rubare un'esigua somma di denaro.

Alina Elena Bità uccisa davanti alla figlia

Il corpo di Alina Elena Bità era stato trovato proprio all'interno dell'appartamento. A insospettire gli inquirenti alcuni segni sul collo. La giovane donna – al momento dell'arrivo dei carabinieri – era riversa per terra, mentre la figlia era in casa e non distante da lei. A chiedere l’intervento dei soccorritori e delle forze dell’ordine era stata una vicina, preoccupata dal pianto della bimba. Dopo essere stato contattato dai carabinieri era arrivato anche il marito, che si trovava in campagna per lavoro. A lungo i militari avevano interrogato l'uomo nel tentativo di ricostruire un quadro complessivo sulla vita della giovane mamma e per confermare o escludere che possa essere stata stroncata da un malore. In seguito i rilievi del Ris, l’autopsia, le indagini e i fermi di oggi.

"Ritengo doveroso perseverare sempre nelle attività investigative per assicurare alla giustizia i responsabili di atroci delitti, senza clamore e nel rispetto del dolore altrui –  ha commentato Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri -. Il male non ha tempo e non è mai troppo tardi per la verità".

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