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Alessandria, 26enne italiana fermata per terrorismo: “Voleva andare a combattere in Siria”

Lara Bombonati è stata fermata a Tortona con l’accusa di terrorismo internazionale. Sposata con un foreign fighters italiano che sarebbe morto in battaglia, stava progettando un nuovo viaggio in Siria.
A cura di Susanna Picone
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Una giovane italiana di ventisei anni, Lara Bombonati, è stata arrestata nelle scorse ore a Tortona, nell'Alessandrino, ed è ora reclusa nel carcere di Torino con l'accusa di terrorismo internazionale in attesa che il Gip convalidi l'arresto. La giovane donna, da quanto ricostruito, era partita per la Turchia qualche anno fa insieme al marito Francesco Cascio, foreign fighters italiano originario di Trapani. Entrambi convertiti all’Islam, avevano detto ai familiari di partire per andare a studiare il Corano. A gennaio la donna era stata fermata al confine con la Siria, in una zona controllata dal Califfato, arrestata e poi espulsa. Da quel momento in poi le autorità italiane l’hanno tenuta sotto osservazione fino al fermo di questa notte, quando la donna è stata prelevata dalla casa in cui viveva con alcuni parenti. In una conversazione telefonica intercettata Lara aveva detto che il marito “era morto da martire”, probabilmente in battaglia, e a determinare l’arresto della scorsa notte sarebbe stata la convinzione che la giovane stesse progettando un nuovo viaggio in Siria, dopo quello fallito sei mesi fa.

"L'ultima volta che l'ho vista è stato a Natale, è venuta a farmi gli auguri, ma di quello che sta accadendo non so nulla…". A parlare è Miranda, l'anziana nonna di Lara. "Una terrorista? Mia nipote? E' una brava ragazza…", dice la donna davanti alla casa di Garbagna. "Si erano conosciuti qui, si'", ricorda la nonna a proposito del marito, prima di essere accompagnata in casa da una parente. "Non abbiamo nulla da dire, ci sono delle indagini in corso…", dice quest'ultima.

Proseguono le indagini – Secondo gli investigatori la donna sarebbe inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, “Organizzazione per la liberazione del Levante”. L'inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Torino Armando Spataro e dal sostituto Antonio Rinaudo. Le indagini dovranno ora stabilire eventuali contatti con altre cellule jihadiste in Italia, e se la donna portava avanti forme di propaganda e reclutamento su Internet. La storia di Bombonati ricorda quella di Maria Giulia Sergio, la prima foreign fighter italiana, che dal milanese era partita per la Siria con il nome di Fatima per combattere con l'Isis insieme al marito e che è stata condannata dalla corte d'Assise di Milano a nove anni per terrorismo internazionale e organizzazione di viaggi a fine terroristico.

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