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Aleppo, 96 bambini uccisi in 5 giorni. Unicef: “I feriti gravi vengono lasciati morire”

L’Unicef denuncia la drammatica situazione di Aleppo: solo negli ultimi cinque giorni 96 bambini sono morti a causa dei raid.
A cura di Davide Falcioni
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Novantasei bambini sono stati uccisi e altri 223 sono rimasti feriti in meno di una settimana di combattimenti nell'area orientale della città di Aleppo, in Siria. Lo rivela l'Unicef, secondo cui i bimbi "sono intrappolati in un incubo", per usare le parole di Justin Forsyth ,Vice Direttore generale dell'organizzazione facente capo alle Nazioni Unite. "Non ci sono parole per descrivere le sofferenze che questi bambini stanno vivendo". In questo quadro – fa sapere sempre l'Unicef – il sistema sanitario ad Aleppo Orientale è al collasso, sono rimasti solo una trentina di medici con a disposizione pochissime attrezzature e medicine d’emergenza per curare i feriti, mentre cresce il numero di casi di traumi. Un dottore ha rivelato ai funzionari dell'Unicef che troppo spesso i bambini con poche possibilità di sopravvivenza vengono lasciati morire perché le scorte sono poche e limitate. "Niente può giustificare un tale violenza sui bambini e una tale non curanza del valore della vita umana. La sofferenza – e il suo impatto sui bambini – è sicuramente la cosa peggiore che abbiamo visto".

Le rivelazioni dell'Unicef – inoltre – riguardano solo gli ultimi cinque giorni, un periodo in cui i bombardamenti sono proseguiti ed hanno seriamente danneggiato le strutture di pompaggio dell'acqua che servivano 250mila persone: "Oltre 100.000 bambini sono stati costretti a bere acqua da fonti non sicure, o da fori superficiali nelle tubature o da pozze d’acqua che fuoriusciva dai tubi rotti”. Così, ai rischi legati ai raid aerei dell'aviazione siriana, si sommano quelli di epidemie e malattie causate dall'ingestione di acqua non potabile. L’Unicef – si legge – sta supportando interventi urgenti per riparare i danni alle stazioni di pompaggio dell’acqua. Entrato a Madaya dopo cinque mesi, l’Unicef ha preso parte ad una missione con convogli inter-agenzie in quattro città: Madaya e Zabadani nella Damasco rurale e a Foah e Kefraya nel Governatorato di Idlib.

Anche Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, ha spiegato: "Ad Aleppo non si muore da oggi. E' un calvario disumano che dura da 6 anni, dove sono morti bambini innocenti nell'indifferenza mondiale. Inutile girarci troppo intorno. Le Nazioni Unite hanno smesso di contare i bambini morti in Siria nel 2013, quando erano circa 11mila. Ora si teme che le vittime minori si siano almeno quintuplicate rispetto ad allora ed anche se non ci sono dati certi sono certamente cifre da genocidio", conclude Iacomini.

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