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Al comune di Reggio Emilia arrivano i bagni “gender free”

Imitando l’esempio di altri Paesi, l’amministrazione locale ha deciso di introdurre nella propria sede dei bagni per il “terzo sesso”, ovvero “gender free”. L’iniziativa in realtà fa parte di un più vasto progetto che ha come obiettivo il contrasto alle discriminazioni e la tutela dei diritti Lgbti attraverso varie misure.
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A cura di Antonio Palma
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Non solo più bagni per uomini e donne, il comune di Reggio Emilia diventa il primo in Italia ad avere anche la toilette per il "terzo sesso", ovvero "gender free". Imitando l'esempio di altri Paesi come la Germania, infatti, l'amministrazione locale ha deciso di introdurre nella propria sede dei bagni per chi è in una fase di transizione per il cambio sesso e non si riconosce in nessuno dei due generi di solito rappresentanti sui simboli dei bagni. L'iniziativa, approvata nei giorni scorsi dal consiglio comunale della città emiliana, in realtà fa parte di un più vasto progetto che ha come obiettivo il contrasto alle discriminazioni e l’uguaglianza di genere da portare avanti attraverso varie iniziative. Il Comune infatti ha adottato un protocollo, il primo del genere a livello nazionale, a tutela dei diritti Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali).

Nel protocollo di intesa firmato da diversi enti reggiani alla presenza dell'assessore regionale dell'Emilia-Romagna alle pari opportunità Emma Petitti, si prevedono infatti anche l’istituzione di una terza identità di genere sui questionari grazie alla casella “altro” oltre all'opzione maschio/femmina e la possibilità per i lavoratori degli enti aderenti di utilizzare l'alias in caso di fase di transizione sessuale. Infine c'è l'impegno di usare sempre di più un linguaggio inclusivo a tutela dei diritti Lgbti. II patto, che ha durata quinquennale, oltre che dall'amministrazione comunale è stato siglato da Provincia, Tribunale, Ausl, Istituti Penali, l'ateneo Unimore, l'ufficio scolastico territoriale, l'istituto scuole e nidi d'infanzia che comprende anche Reggio Children, Fondazione per lo Sport e Fondazione Mondinsieme.

Ogni ente si è impegnato a fare la sua parte, così ad esempio il palazzo di giustizia comunicherà annualmente casi di discriminazioni in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere, le scuole promuoveranno incontri e corsi di formazione per insegnati e genitori. "Siamo grati alle istituzioni e gli enti che hanno capito l’importanza dell’inclusione concreta delle persone LGBTI, per inviare segnali positivi che incoraggino il coming out tra gli utenti e prima ancora tra i propri lavoratori e lavoratrici" ha commentato Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda, concludendo: “I diritti devono essere uguali per tutte le persone senza distinzione di orientamento sessuale. Dappertutto".

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