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Ai precari che perdono il lavoro un assegno da mille euro al mese

Il Governo pensa ad un “piano” per i precari: il nuovo sussidio di disoccupazione riguarderà anche chi non ha un contratto a tempo indeterminato.
A cura di Redazione
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A fare il punto della situazione e a riportare quello che sarebbe l'orientamento del Governo è Carlo Bertini su La Stampa: "È il sussidio di disoccupazione l’arma che il premier si gioca nella partita con i sindacati: la nuova Aspi che assorbirà anche la cassa in deroga e che verrà finanziata nella legge di stabilità con una posta aggiuntiva di circa due miliardi di euro dal 2015". Si tratterebbe della concretizzazione di un progetto da lungo tempo allo studio dell'esecutivo: garantire un sussidio anche ai precari e ai lavoratori a tempo determinato che perdono il lavoro, superando di fatto il dualismo con i lavoratori a tempo indeterminato. L'ipotesi è dunque quella di un sussidio "fino" a mille euro e per un massimo di due anni (sul modello della cassa integrazione), vincolato ovviamente alla "volontà" di accettare eventualmente una nuova offerta di lavoro o un piano di formazione (la gestione sarà dei centri per l'impiego).

È chiaro che una prospettiva di questo tipo, parzialmente anticipata dai discorsi di Renzi in Parlamento la scorsa settimana, deve fare i conti con la necessità di reperire risorse e di non gravare ulteriormente sulla finanza pubblica. Del resto, il piano riguarderebbe oltre un milione di italiani e le prime stime parlano di circa 2 miliardi di euro di costi. Ma la mossa di Renzi avrebbe certamente un effetto dirompente sull'intera discussione in corso sul contratto a tutele crescenti e sul "braccio di ferro dei diritti" fra Governo e Sindacati (solo questa mattina il ministro Poletti ha fatto capire che, pur nella necessità del dialogo, l'impianto della proposta del Governo non è in discussione). Resta da capire come e dove Renzi troverà le risorse: a questo punto sarà necessario attendere la prossima settimana, con la Direzione Nazionale del partito Democratico fissata per il 29 settembre ed il successivo voto sul ddl delega al Senato.

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