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Agrigento, diplomi senza lezioni : 110 indagati tra insegnanti, dirigenti e segretari

Per le Fiamme Gialle, l’attività scolastica era del tutto fittizia e risultava solo sulla carta perché gli alunni pagavano consistenti quote di iscrizione per poter accedere solo agli esami dove veniva fornito loro tutto il necessario senza dover studiare. “Siamo in presenza di una vera e propria organizzazione a delinquere dove ognuno aveva un ruolo ben preciso nella vendita dei diplomi” hanno spiegato gli inquirenti.
A cura di Antonio Palma
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Secondo gli inquirenti, accanto alla normale attività didattica di una scuola avrebbero messo in piedi una vera e propria organizzazione a delinquere finalizzata ad elargire diplomi facili a decine di studenti poco meritevoli, ovviamente dietro lauto compenso. Per questo ben 110 persone tra professori, dirigenti scolastici e segretari di scuola, sono finiti sotto inchiesta da parte della Guardia di finanza di Agrigento che li accusa di aver fatto parte di un vasto giro di compravendita dei diplomi. Tra di loro anche un ex deputato regionale e dirigente scolastico. In particolare nel mirino dei finanzieri sono finite quattro scuole paritarie siciliane, tre nell'Agrigentino e una nel Catanese, accusate di “vendere” diplomi. Tutto era partito da accertamenti su una scuola di Ragusa ma l0inchiesta si è subito largata scoprendo un vasto giro che accomunava le scuole ora sotto inchiesta.

“Siamo in presenza di una vera e propria organizzazione a delinquere dove ognuno aveva un ruolo ben preciso nella vendita dei diplomi. Nella lista dei 110, a cui stiamo notificando l’avviso di chiusura dell’inchiesta, ci sono pubblici ufficiali in servizio nelle scuole. Si tratta di insegnanti, dirigenti scolastici e personale di segreteria” ha spiegato  il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio facendo il punto della situazione dell'inchiesta insieme ai pm Simona Faga e Paola Vetro, che hanno coordinato le indagini,  e al colonnello Giorgio Salerno, comandante provinciale della guardia di finanza di Ragusa. "Gli alunni e i loro genitori, al momento, non sono indagati, sono stati interrogati come persone informate dei fatti ma è chiaro che sapevano di avere beneficiato di lezioni false, di esami truccati e altro. Quindi la loro posizione è al vaglio” ha spiegato ancora Patronaggio.

Secondo le Fiamme Gialle, "l’attività scolastica era del tutto fittizia: niente lezioni e niente interrogazioni. Risultava solo sulla carta perché gli studenti pagavano consistenti quote di iscrizione. Quando si doveva fare i conti con le commissioni di esami esterne, si faceva in modo di risolvere la questione comunicando prima le domande e dando in anticipo i temi delle prove scritte. Tutto avveniva con grande sfrontatezza”. I reati contestati ai 110 indagati sono, a vario titolo, l’associazione per delinquere, il falso commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico, la rivelazione del segreto di ufficio e l’abuso di ufficio.

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