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Adele De Vincenzi, uccisa dall’ecstasy a 16 anni: assolto lʼamico che era con lei

Gabriele Rigotti, uno dei due giovani a processo per la morte della 16enne di Genova Adele De Vincenzi, morta a luglio dopo aver assunto Mdma, è stato assolto dall’accusa di morte come conseguenza di altro reato “per non aver commesso il fatto”.
A cura di Susanna Picone
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Adele De Vincenzi, 16 anni (Facebook).
Adele De Vincenzi, 16 anni (Facebook).

È stato assolto per non aver commesso il fatto Gabriele Rigotti, giovane di diciannove anni che la notte della morte di Adele De Vincenzi, studentessa di Chiavari deceduta a Genova lo scorso luglio dopo aver assunto una dose di ecstasy, si trovava insieme a lei. L’amico della vittima era accusato di spaccio e morte come conseguenza di altro reato. Il giudice, durante il rito abbreviato, ha ordinato la trasmissione degli atti al pm perché indaghi eventualmente per omissione di soccorso. Per Rigotti, nella scorsa udienza il pubblico ministero aveva chiesto 8 anni e 8 mesi di carcere. Dopo la morte di Adele, oltre a lui, era stato arrestato anche il fidanzato della sedicenne, il ventunenne Sergio Bernardin, ora a processo con rito ordinario. A difendere i due giovani gli avvocati Elio e Riccardo Di Rella, Nicola Devoto, Giorgio Franchini e Luigi Sannino.

Cosa è accaduto la notte della morte di Adele De Vincenzi

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile, la sera in cui morì Adele De Vincenzi i due ragazzi avevano consumato ecstasy a casa di Rigotti con Adele e un'altra minorenne. Il gruppo aveva acquistato la droga da un pusher minorenne a Busalla: quest'ultimo è indagato dal tribunale dei Minori. Adele si era sentita male la sera del 28 luglio in via San Vincenzo, nel centro di Genova, e poi era morta una manciata di minuti dopo all'ospedale Galliera. A chiamare i soccorsi, quella notte, fu un netturbino che notò la ragazza per terra e gli amici intorno che, a suo dire, “non facevano nulla” per aiutarla. Dalla perizia eseguita dopo la morte della sedicenne è emerso che nel suo sangue c’era una concentrazione di MdMa “dieci volte superiore al limite riconosciuto come dose unitaria dal sistema sanitario”. L’adolescente è stata stroncata da una overdose di droga sintetica ingerita in una sola volta.

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