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Addio a Trona, morto a 110 anni il più vecchio alpino d’Italia

Luigi Tomasi si è spento alla veneranda età di 110 anni nella sua casa di Ala, nella provincia autonoma di Trento, dove era nato e vissuto. Aveva visto due guerre mondiali, la prima da bambino e la seconda da soldato, ma entrambe vissute sulla sua pelle. “Faccio parte di una classe di ferro” amava ripetere, ricordando di aver lavorato nei campi fino a 80 anni.
A cura di Antonio Palma
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Lutto nel mondo degli alpini, si è spento alla veneranda età di 110 anni Luigi Tomasi, il più vecchio alpino d'Italia. Il "Trona" come tutti lo conoscevano ad Ala, nella provincia autonoma di Trento, dove era nato e vissuto, è morto lunedì pomeriggio  a soli due mesi dal suo compleanno che aveva festeggiato come sempre con familiare amici. Nato il 17 ottobre del 1908 quando il suo territorio era ancora in mano all'Impero austroungarico, era uno degli ultimi alpini ad aver visto due guerre mondiali, la prima da bambino e la seconda da soldato, ma entrambe vissute sulla sua pelle. Durante il primo conflitto mondiale, Luigi, assieme alla madre e ai sei fratelli, venne sfollato a Savona e in quel periodo perse la madre. Nel secondo conflitto mondiale invece con la penna da alpino venne mandato al Colle della Maddalena, valico alpino situato a 2000 metri e che si trova tra l’Italia e la Francia.

"Era la fine di giugno, ma c’era ancora molta neve, tanto che parecchi soldati, probabilmente a causa dell’equipaggiamento inadeguato, ebbero i piedi congelati. Noi a dorso di mulo trasportavamo i viveri e le attrezzature e portavamo di ritorno i feriti. Nell’autunno del 1940 venne emanata una circolare che disponeva di porre in congedo i padri di famiglia con almeno quattro figli. Era il mio caso. Così tornai a casa. Però subito dopo sono stato mobilitato e con me tutti quelli che possedevano animali da tiro, per lavorare per l’esercito italiano prima e per quello tedesco poi" aveva ricordato in una intervista a l'alpino "il più vecio dei veci". Nel 1930 infatti si era sposato con Maria Bazzanella da cui ha avuto ben otto figli e che a loro volta gli hanno dato numerosi nipoti e pronipoti con i quali ha vissuto fino agli ultimi giorni di vita.

Così come suo padre, Luigi aveva sempre lavorato la terra, prima da mezzadro e poi come proprietario, un lavoro che amava e che ha smesso solo attorno agli 80 anni. Era arrivato ai 110 anni con una mente perfettamente lucida e un fisico minato solo nelle gambe che però lo aveva costretto a muoversi in sedia a rotelle. "Faccio parte di una classe di ferro, il medico dice che malattie non ne ho e infatti sto bene, solo le gambe non mi reggono" aveva detto con il suo solito buon umore in una recente intervista a L'Adige.

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