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Addio a Francesco Gallone, 22 anni, blogger che raccontava il mondo dei disabili

Francesco Gallone, 22 anni, disabile e autore del blog A quattro ruote, questa volta non ce l’ha fatta. Ha combattuto contro le faticose terapie che si erano rese necessarie negli ultimi mesi senza mai arrendersi, fino all’altra notte, quando la sua forza da vero guerriero si è spenta.
A cura di Enrico Galletti
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L'ironia da un lato, la leggerezza dall'altra. Due caratteristiche che avevano conquistato la stima di giornalisti e lettori, da quando due anni fa, a gennaio del 2016, aveva aperto il suo blog sul sito del Giornale. Uno spazio tutto suo che sintetizzava un po' quella voglia di combattere contro le ingiustizie che lui aveva nel sangue da quando è nato. Una voglia di combattere che non se ne è andata del tutto neanche quando ha cominciato a diffondersi la notizia peggiore, quella che Francesco Gallone, 22 anni, disabile e autore del blog A quattro ruote, questa volta non ce l'ha fatta. Ha combattuto contro le faticose terapie che si erano rese necessarie negli ultimi mesi senza mai arrendersi, fino all'altra notte, quando la sua forza da vero guerriero si è spenta. Francesco Gallone è morto intorno all'affetto dei suoi cari, a cominciare dalla madre Anna, che lo aveva sostenuto in ogni battaglia che ha combattuto con convinzione ed entusiasmo. Lo stesso entusiasmo di quel: "Non sono disabile, né abile. Sono Francesco" che campeggia ancora nella presentazione del suo blog. Le esequie del giovane Francesco sono state celebrate venerdì mattina.

Dalla sua sedia a rotelle Francesco raccontava la vita delle persone disabili. Nelle sue parole – chiare, concise, dritte al punto – tutte le coordinate che lo spingevano ogni giorno a sognare un mondo migliore, fatto di più inclusione. Un tifoso accanito dell'Inter, in uno dei suoi servizi si era riproposto di garantire a tutti i tifosi diversamente abili l'accesso agevolato allo stadio di San Siro. E aveva portato avanti la stessa missione anche per il cinema, per i mezzi di trasporto, per le scuole. Il suo motto, del resto, è sempre stato: "Se esistono i problemi, devono esistere anche le soluzioni". Le soluzioni erano proprio la ragione del suo impegno continuo a fianco dei più deboli. Un impegno che, se solo Francesco potesse ascoltarci, spiegherebbe così, come aveva fatto quando era partito per l'avventura del blog: "Sulla mia sedia a quattro ruote posso vedere il mondo da una prospettiva privilegiata. Da questa mia altezza, anzi da questa mia bassezza, posso facilmente mettermi nei panni di chi vive inchiodato su una carrozzina o perso nei meandri della propria mente […]. Vorrei scrivere le proteste dei disabili e le loro proposte, perchè nessuno dovrebbe mai sentirsi relegato in tribuna. Perchè questa è la mia convinzione: guardare in faccia chi subisce un’ingiustizia è il primo passo per superarla".

Vasto cordoglio dalla redazione del Giornale. In molti, sulla versione online del quotidiano, hanno dedicato a Francesco un messaggio di addio. Nel 2013 il giovanissimo blogger era stato premiato con il Panettone d'Oro per il suo impegno e la sua determinazione nel sociale. Fu anche capitano delle Turtles, squadra di wheel chair hockey. Una vita dedicata al suo mondo, tra sogni e senso di giustizia che lo rendevano orgoglioso di essere ciò che era. Un guerriero silenzioso.

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