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Addio a 80 anni allo scrittore Giorgio Pressburger

Muore a 80 anni lo scrittore Giorgio Pressburger, voce della Mitteleuropa e una tra le più importanti del panorama internazionale. Era nato a Budapest nel 1937 da una famiglia ebraica scampata al nazismo. Dopo l’invasione sovietica della capitale magiara si era trasferito in Italia.
A cura di Redazione Cultura
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Addio a Trieste all'età di 80 anni allo scrittore Giorgio Pressburger, penna nata in Ungheria che ha raccontato la Mitteleuropa. Pressburger era nato a Budapest il 21 aprile 1937, aveva origini ebree in quanto appartenente a una famiglia di origini slovacche scampata per miracolo alla persecuzione nazista. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, la famiglia Pressubrger sfuggì allo stermino nazista rifugiandosi in Ungheria, dove Giorgio nacque.

Nel 1956, all'indomani dell'invasione sovietica dell'Ungheria, lasciò il paese magiaro per trasferirsi con la famiglia in Italia. Una delle figura del panorama culturale italiano e internazionale più significative e influenti, Pressburger – che parlava correttamente italiano, ungherese, tedesco, francese, inglese, russo e sloveno – ha ricoperto anche diversi incarichi politici. Ha svolto anche istituzionale come Assessore del Comune di Spoleto e Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Budapest, mentre nel 2009 accettò la candidatura in politica per l'Italia dei Valori, alle elezioni Europee del 7 giugno 2009. Nel 2010 gli è stato assegnato il premio Alabarda d'oro alla carriera per la letteratura.

In Italia ha pubblicato diversi volumi, tutti con l'editore Einaudi, da"La neve e la colpa" a "La legge degli spazi bianchi", "L’orologio di Monaco" e "Sulla fede". Grande il suo interesse per il teatro, passione mai nascosta per cui ha lavorato in quanto drammaturgo e regista di spettacoli. Alcuni dei suoi lavori più famosi sono stati "La partita" (Premio Pirandello) e "Le tre madri" (Premio Flaiano). Con il fratello gemello Nicola ha scritto i libri "Storie dell’ottavo distretto" e "L’elefante verde".  Attivo regista teatrale e cinematografico, si è occupato di musica, e ha collaborato con i principali quotidiani italiani, ha ricoperto l’incarico di direttore dell’Istituto italiano di cultura in Ungheria.

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