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Accusa il patrigno di abusi sessuali ma la polizia lo scarcera: 16enne si uccide

La giovane per mesi aveva taciuto, poi si era confidata con la madre che aveva denunciato tutto alla polizia. L’uomo invece rigetta ogni accusa.
A cura di A. P.
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"Spero tu marcisca all'inferno", è l'agghiacciante ultimo messaggio di odio lasciato da una ragazzina di soli 16 anni al patrigno poco prima di togliersi la vita e dopo aver scoperto che la polizia aveva liberato il genitore che lei aveva accusato abusi sessuali. La nota è emersa ora nel processo a carico dell'uomo che dal suo canto rigetta ogni addebito, parlando di accuse infondate e dovute ai diverbi che erano nati con la figlia adolescente. La giovane, Georgia Walsh, per lungo tempo aveva vissuto momenti personali difficili che l'avevano costretta anche a lasciare la scuola, poi infine si era confidata con sua madre, raccontando i presunti abusi.

Il patrigno era stato arrestato ma poi rilasciato su cauzione. Una decisione che ha sconvolto la ragazzina fino a spingerla a togliersi la vita nel marzo dello scorso anno, appena quattro settimane dopo aver detto alla polizia di essere stata ripetutamente abusata sessualmente dall'uomo per mesi. Davanti agli inquirenti aveva spiegato che l'uomo la prima volta l'aveva baciata in bocca con la lingua, poi sarebbero iniziati continui palpeggiamenti fino a quando si è decisa a raccontare tutto alla madre. "Sapevo che era sbagliato e avevo solo paura e non sapevo cosa fare. In quel momento ero davvero confusa" aveva spiegato la ragazzina. Prima dell'estremo gesto Georgia ha lasciato una nota in cui ha raccontato come l'enorme stress per la situazione fosse diventato troppo grande da gestire per lei e ha accusato di nuovo l'uomo, auspicando che possa marcire all'inferno per quello che ha fatto.

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