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Abusi su minori, Papa vara nuove norme: obbligo di denuncia e prescrizione allungata

Con un Motu proprio e una nuova legge in materia, il Pontefice ha introdotto molti cambiamenti nell’ordinamento del Vaticano. Istituito lʼobbligo di denuncia penale e contemporaneamente la perseguibilità d’ufficio dei reati su minori. Bergoglio infine impone che “venga rimosso dai suoi incarichi il condannato e che siano invece sostenute le vittime.
A cura di Antonio Palma
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Più tutele per le vittime, obbligo di denuncia, prescrizione allungata ma anche maggiore prevenzione. Sono questi alcuni dei punti chiave della nuova riforma in tema di giustizia e abusi su minori voluta da Papa Francesco per lo Stato della Città del Vaticano e tutta la Curia romana. Con un Motu proprio già annunciato il mese scorso, la relativa legge sulla "protezione dei minori e delle persone vulnerabili" e le Linee guida pastorali per il Vicariato della Città del Vaticano, Bergoglio quindi ha introdotto nell'ordinamento del Vaticano alcune norme più stringenti in tema di pedofilia e abusi su minori nella chiesa. "Desidero rafforzare ulteriormente l'assetto istituzionale e normativo per prevenire e contrastare gli abusi contro i minori e le persone vulnerabili nella Curia Romana e nello Stato della Città del Vaticano" ha scritto il Pontefice nella Lettera apostolica.

Una delle novità principali è l'obbligo per chiunque lavori in Curia, compresi nunzi, diplomatici e dirigenti di vario livello, di denunciare casi di abusi di cui sono messi a conoscenza. "Fatto salvo il sigillo sacramentale, sono obbligati a presentare, senza ritardo, denuncia al promotore di giustizia presso il tribunale dello Stato della Città del Vaticano ogniqualvolta, nell'esercizio delle loro funzioni, abbiano notizia o fondati motivi per ritenere che un minore o una persona vulnerabile sia vittima di uno dei reati previsti dalla nuova legge" spiega il testo firmato dal Papa. L'altra novità importante presente nei testi firmati dal Papa, riguarda il fatto che d’ora in poi tutti i reati legati all’abuso sui minori saranno perseguibili d’ufficio e quindi anche senza denuncia. Infine, nei procedimenti giudiziari per abusi viene stabilita una prescrizione di venti anni a partire però dal compimento del diciottesimo anno di età del minore vittima.

"Sia mantenuta una comunità rispettosa e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e delle persone vulnerabili, nonché attenta a prevenire ogni forma di violenza o abuso fisico o psichico, di abbandono, di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento che possano avvenire sia nelle relazioni interpersonali che in strutture o luoghi di condivisione. Maturi in tutti la consapevolezza del dovere di segnalare gli abusi alle Autorità competenti e di cooperare con esse nelle attività di prevenzione e contrasto; sia efficacemente perseguito a norma di legge ogni abuso o maltrattamento contro minori o contro persone vulnerabili" scrive il Papa , aggiungendo: "Sia riconosciuto a coloro che affermano di essere stati vittima di sfruttamento, di abuso sessuale o di maltrattamento, nonché ai loro familiari, il diritto ad essere accolti, ascoltati e accompagnati". Bergoglio infine impone che "venga rimosso dai suoi incarichi il condannato per aver abusato di un minore o di una persona vulnerabile e, al contempo, gli sia offerto un supporto adeguato per la riabilitazione psicologica e spirituale, anche ai fini del reinserimento sociale; sia fatto tutto il possibile per riabilitare la buona fama di chi sia stato accusato ingiustamente; sia offerta una formazione adeguata per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili".

Infine una parte importante è riservata alla formazione degli operatori pastorali. "Deve essere accertata l’idoneità dei candidati a interagire con i minori" scrive Papa Francesco, "ricevano una formazione adeguata circa i rischi in materia di sfruttamento, di abuso sessuale e di maltrattamento dei minori, nonché circa i mezzi per identificare e prevenire queste offese". Infine "nelle attività pastorali con minori, la tutela di costoro deve assumere un carattere prioritario" e per questo gli operatori pastorali devono "essere sempre visibili agli altri quando sono in presenza di minori; segnalare al responsabile qualsiasi comportamento potenzialmente pericoloso; rispettare la sfera di riservatezza del minore; informare i genitori o i tutori delle attività che vengono proposte e delle relative modalità organizzative; usare la dovuta prudenza nel comunicare con i minori, anche per via telefonica e sui social network".

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