345 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Abolizione test d’ingresso a medicina? “Per le università sarebbe il caos”

A dirlo è il preside della Facoltà di Medicina della Seconda Università di Napoli, Giuseppe Paolisso. Ieri, la proposta del ministro Giannini: “Ingresso libero e selezione dura dopo il primo anno”.
A cura di B. C.
345 CONDIVISIONI
Immagine

 Ingresso libero e selezione dopo il primo anno. E’ questa la rivoluzionaria proposta del Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che, sulla scia del modello francese, suggerisce l'abolizione del test d'ingresso alla Facoltà di Medicina. Una proposta che però non piace agli stessi atenei: Le università italiane non sono pronte, sarebbe il caos”. Secondo Giuseppe Paolisso, professore ordinario e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di Napoli, gli effetti della riforma sarebbero deterrenti. “Ci sembra soprattutto una trovata ad effetto, che non tiene conto delle problematiche reali. Se in Francia i test non ci sono e il sistema funziona è perché loro sono abituati così da anni. Cambiare tutto in pochi mesi è folle”, ha dichiarato senza mezzi termini il prof. “Se in Francia i test non ci sono e il sistema funziona è perchè sono abituati così da anni', ha proseguito Paolisso, “cambiare tutto in pochi mesi è folle”.

Ma come è strutturato il modello francese? Quello che il ministro Giannini vorrebbe imitare è un modello assai diverso dal nostro, che si basa su due assunti fondamentali: non esistono test d'ingresso, ma c’è una prova d'esame su temi specifici alla fine del primo anno di corso, che porta alla ‘scrematura' di circa il 70% dei candidati. Un vero e proprio concorso, che prevede una graduatoria e un numero limitato di posti da assegnare. In più prevede la possibilità per i bocciati di ritentare una seconda volta. Poi stop, gli aspiranti medici dovranno prendere per forza di cose altre strade.

Immediate le reazioni dei pro e dei contro: da una parte le associazioni studentesche, che da anni chiedono la cancellazione degli odiati test e l'attuazione del modello francese; dall'altro le Università che si dicono “preoccupatissime per i problemi logistici che ciò comporterebbe”. “Le facoltà italiane – ha affermato Paolisso – sono attrezzate per ospitare un numero contingentato di iscritti. A Napoli, ad esempio, siamo tarati per un numero di 440 studenti. Se dovessero diventare all'improvviso mille o duemila il sistema andrebbe sicuramente in tilt”.

345 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views