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Abbandonò la figlia neonata tra gli scogli d’inverno: condannata per omicidio volontario

Lidia Rubino abbandonò la piccola tra gli scogli di una spiaggia di Monopoli, ‘Cala Monaci’, dopo averla data alla luce. La bambina morì di freddo nel giro di poche ore.
A cura di Davide Falcioni
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Giovanni Abbattista, gup del Tribunale di Bari, ha condannato a 14 anni di carcere la 24enne di Castellana Grotte Lidia Rubino, accusata dell'omicidio volontario pluriaggravato della figlia appena nata; la donna abbandonò la piccola tra gli scogli di una spiaggia di Monopoli, ‘Cala Monaci', dopo averla data alla luce. Alla fine del processo celebrato con rito abbreviato il giudice ha escluso l'aggravante dei futili motivi e ha concesso un'ulteriore attenuante riconoscendo il parziale vizio di mente. La neonata venne abbandonata all'alba del 12 febbraio e ritrovata sul bagnasciuga da una coppia di turisti tre giorni più tardi, il 15 febbraio 2017.

Lidia Rubino, assistita dall'avvocato Nicola Miccolis, dopo quasi quattro mesi di detenzione in carcere, dal 29 marzo al 18 luglio dello scorso anno, si trova ora agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica. Durante un incidente probatorio, su richiesta dei suoi difensori, è stata sottoposta ad una perizia psichiatrica che ne ha riconosciuto la semi-infermità mentale. Stando agli esami psichiatrici e tossicologici il giorno dell'abbandono della figlia Rubino aveva un tasso alcolemico oltre la norma e – secondo la perizia psichiatrica – stava vivendo un "momento dissociativo". La perizia medico-legale ha stabilito che la bimba, ribattezzata "Chiaraluna", nata sana al termine della gravidanza, sarebbe deceduta nel giro di alcune ore anche a causa del freddo e dell'acqua del mare.

L'inchiesta sulla terribile vicenda è stata coordinata dal pubblico ministero di Bari Giuseppe Dentamaro e delegata agli agenti del Commissariato di Monopoli. Inizialmente era indagato per concorso nell'omicidio il compagno della ragazza, la cui posizione è stata poi archiviata.

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