18.770 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

A Palermo 23 anni fa la strage di via d’Amelio, Renzi: “Non dimentichiamo il loro eroismo”

Numerosi gli eventi per ricordare il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta uccisi dalla mafia nel 1992.
A cura di Antonio Palma
18.770 CONDIVISIONI
Immagine

A 23 anni dalla strage di via d'Amelio in cui persero la vita il giudice Palo Borsellino e gli uomini della sua scorta, oggi l'Italia ricorda il sacrificio di quegli uomini di stato che anteposero la legge alla loro stessa vita pur sapendo di essere nel mirino della criminalità organizzata siciliana. Ricco il programma degli impegni per ricordare il magistrato e i poliziotti uccisi dalla mafia a Palermo nel 1992. Previsti cortei, manifestazioni , convegni e cerimonie. Ieri la cerimonia di commemorazione dell'Associazione nazionale magistrati nell'aula magna della Corte d'appello di Palermo alla presenza delle più importanti istituzioni mentre nel pomeriggio è stata inaugurata la "Casa di Paolo" in via Vetriera con Salvatore e Rita Borsellino. Anche oggi nel capoluogo siciliano numerosi appuntamenti che coinvolgeranno anche i ragazzini delle scuole. Alle ore 16, sempre in via D'Amelio, ci saranno le testimonianze dei familiari delle vittime della strage, di agenti di scorta, di agenti della Polizia di Stato del SIAP (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia). Alle 16,58, ora delle strage di via d'Amelio, si terrà infine un minuto di silenzio. In serata invece ci sarà una biciclettata, diverse proiezioni e appuntamenti teatrali ed artistici.

A ricordare la strage di via d'Amelio anche il Premier Matteo Renzi che questa mattina su twitter ha scritto: "Non dimentichiamo mai l'eroismo di Paolo Borsellino e di Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina". "La storia professionale e umana di Paolo Borsellino rappresenta un patrimonio condiviso e imprescindibile dell'Italia. Ricordare quel giorno drammatico non è un esercizio retorico ma parte di una religione civile che vuole il Paese unito nella lotta alla mafia" ha affermato invece Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale del PD, aggiungendo: "Un pensiero commosso va al ricordo dei cinque agenti della scorta che con Borsellino lavorarono e insieme a lui persero la vita, quel drammatico giorno in Via D'Amelio. Ai familiari va il cordoglio più forte e sentito da parte mia e del Partito Democratico".

Personale il ricordo del presidente del Senato Pietro Grasso. "Da quella terribile estate del 1992, ogni 19 luglio sento l'esigenza simbolica di raccogliere i pensieri che quotidianamente affollano la mia mente e lasciarli idealmente riposare all'ombra dell'ulivo piantato dove furono uccisi Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina: il coraggio e la professionalità dei miei ex colleghi, gli uomini e le donne delle forze dell'ordine caduti, le vittime innocenti della mafia, gli anni bui della Sicilia, i soprusi delle cosche, gli errori commessi, i successi conseguiti e, soprattutto, il dolore che sembra essere impermeabile al tempo. Coltivare la memoria del nostro passato, ogni giorno, è fondamentale perché da essa scaturiscono l'orgoglio e l'energia che servono per riscattare la dignità del nostro Paese" ha scritto su Facebook il presidente del Senato. Più sintetico il Ministro dell'interno Angelino Alfano che ha twittato i nomi delle vittime della strage con l'hashtag eroipersempre. "

L'anniversario della morte di Paolo Borsellino purtroppo quest'anno inevitabilmente è accompagnato dalle polemiche politiche scaturite dalla presunta telefonata tra il governatore della Sicilia Rosario Crocetta e il suo medico durante la quale quest'ultimo avrebbe detto che l'assessore Lucia Borsellino, figlia del magistrato, doveva essere fatta fuori come il padre. Sabato lo stesso governatore non ha presenziato alla celebrazione tenutesi a Palermo, dove invece era presente il figlio del giudice Manfredi Borsellino che ha voluto ricordare la gravità della situazione in Regione. "Non credevo che la figlia più grande, con cui mio padre viveva in simbiosi, abituata con lui a dialogare anche solo con lo sguardo, dopo 23 anni, dovesse vivere un calvario simile a quello attraversato dal padre nella stessa terra" ha attaccato il giovane dirigente del commissario di polizia di Cefalù, aggiungendo: "Al di là dell’autenticità di una singola intercettazione, sappiano le persone oneste di questa terra lo scenario drammatico in cui è stata costretta ad operare Lucia fino al 30 giugno di quest’anno. Ed è rimasta fino al 30 giugno per amore della giustizia, per potere spalancare le porte di un assessorato, anche centro di malaffare mafioso, agli inquirenti. Perché nessun approfondimento da lei operato durante il suo mandato andasse perduto"

18.770 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views