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A Paestum il teatro e la danza incontrano i classici: Ovidio e Virgilio in scena al Tempio di Nettuno

Con “L’Antico va in scena” il sito archeologico di Paestum si trasforma in un palcoscenico: i miti e la classicità tornano così a vivere in tutta la loro affascinante attualità.
A cura di Federica D'Alfonso
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Parco Archeologico di Paestum, Tempio di Nettuno
Parco Archeologico di Paestum, Tempio di Nettuno

Nelle giornate del 31 maggio e del 1 giugno il Parco Archeologico di Paestum si trasforma in un palcoscenico: il sito archeologico campano ospiterà infatti la seconda edizione de “L'Antico fa scena”, un festival di teatro e danza dedicato al mito classico.

Salvare la cultura classica, farla uscire dalle scuole e portarla nelle città: sono questi gli obiettivi che Francesco Puccio e Claudia Lo Casto, direttori artistici ed ideatori del progetto, tentano di portare avanti con “L'Antico fa scena”. Lo scorso anno il teatro classico era andato in scena alle Terme di Diocleziano di Roma, e quest'anno fa tappa nella suggestiva location del Tempio di Nettuno, dando voce all'"Eneide" di Virgilio, alle "Metamorfosi" di Ovidio e al "De Rerum Natura" di Lucrezio.

L'evento prende vita grazie al progetto didattico “L'Antico fa testo”, nato nel 2010 dal Centro di Studi Antropologici sul mondo antico dell'Università di Siena, il quale ogni anno organizza laboratori di formazione negli istituti scolastici di tutta Italia. Focus del progetto, l'accurata indagine sul mito come sistema di pensiero del mondo non solo antico, ma anche contemporaneo: gli studenti hanno così la possibilità di “tradurre” nella loro quotidianità tematiche, problemi e riflessioni che in quanto “classiche” sono proprie dell'uomo di qualsiasi epoca.

Il mito è contemporaneità

Saranno decine di studenti provenienti da moltissime scuole d'Italia a proporre la loro personalissima lettura e interpretazione dei classici dell'antichità: tutti gli allestimenti nascono da una accurata riscrittura dei testi originali, come spiega molto bene anche Francesco Puccio. “Si costruiscono, così, rappresentazioni che mettono in scena temi di rilevanza contemporanea pur restando legate al mondo antico, cercando di portare avanti il percorso avviato da Nin Scolari, uno degli ultimi grandi esponenti della ricerca teatrale contemporanea, la cui esperienza sul mito antico ha saputo creare un dialogo alternativo a quello tradizionale”.

Il progetto si ispira anche alle parole dell'antropologo Maurizio Bettini che, nel libro "A che servono i Greci e i Romani?" pubblicato quest'anno da Einaudi, spiega quanto il valore dei testi classici sia fondamentale per la nostra cultura e come il recupero di questi sia l'obiettivo centrale da porre al centro degli sforzi degli insegnanti e degli appassionati. Perché “se non leggeremo più l'Eneide perderemo il contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere Virgilio significa perdere anche Dante e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto”.

Il programma

Mercoledì 31 maggio si inizia alle ore 15, con “Babel 017”, una serie di azioni sceniche tratte dai laboratori teatrali scolastici portati avanti da Puccio e Lo Casto nei licei di tutta italia, dal “M.Minghetti” di Bologna al “De Filippis-Galdi” di Cava de' Tirreni, passando per Siena, Verona e Parma. Gli allievi stessi saliranno sul palco, per portare la loro personalissima interpretazione della classicità.

Stesso programma per giovedì 1 giugno, con l'aggiunta, alle ore 11, della rappresentazione di “All'ombra di Enea” a cura delle compagnie “Antico fa testo” e “Talèa Teatro”. Sara possibile accedere gratuitamente agli spazi del Festival acquistando il biglietto d'ingresso al Parco Archeologico: una doppia occasione, dunque, per veder tornare il teatro classico laddove è nato, e per ammirare il suggestivo panorama dell'antica città di Paestum.

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