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A 12 anni rifiuta la chemioterapia in Olanda: il giudice gli dà ragione

Il ragazzino avrebbe paura degli effetti collaterali della chemioterapia, nonostante il rifiuto del trattamento riduca drasticamente le sue probabilità di sopravvivere.
A cura di Davide Falcioni
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Un ragazzo di 12 anni ha il diritto di rifiutare di sottoporsi alla chemioterapia: è l'opinione di un giudice d'appello olandese, chiamato a esprimersi sul caso di David, un adolescente malato di cancro. Il caso, riportato dalla tv pubblica olandese Nos e da altri media locali, era già finito davanti a un tribunale di primo grado nei mesi scorsi ma il padre del giovane aveva poi fatto appello. Al ragazzo era stato scoperto un tumore al cervello l'anno scorso. Dopo un intervento chirurgico andato bene e la radioterapia, il paziente avrebbe ancora dovuto sottoporsi alla chemioterapia, trattamento rifiutati per il timore degli effetti collaterali. I genitori del giovane sono divorziati: la madre sostiene la decisione del ragazzo mentre il padre ha portato il caso davanti al giudice. Per gli psicologi il giovane è capace di intendere e di volere e quindi la Corte ha stabilito che lui stesso è in grado di decidere sul proprio trattamento.

David ha preso la decisione di rifiutare la chemioterapia malgrado fosse stato informato del fatto che così facendo le sue probabilità di sopravvivere si riducono drasticamente, almeno del 50%. Secondo il giudice chiamato ad esprimersi, tuttavia, il ragazzino sarebbe pienamente in diritto di autodeterminarsi, e ciò nonostante secondo molti la madre abbia fatto pesare con decisione le sue personalissime convinzioni circa la medicina tradizionale. La donna, infatti, è una sostenitrice delle terapie alternative. Secondo il giudice che sul caso si è espresso nei mesi scorsi "David è preoccupato soprattutto degli effetti collaterali della chemioterapia e del peggioramento della qualità della sua vita. Le principali procedure mediche richiedono il suo consenso, prendendo in considerazione il suo diritto all’auto-determinazione. E David ha preso la sua decisione". Il ragazzo "è in grado di valutare cosa sia meglio per se stesso, le conseguenze delle proprie azioni, anche quelle negative". Secondo il giudice “non vi è alcuna ragione per non rispettare la sua volontà”.

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