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Omicidio Saman Abbas

Perché la Procura ha aperto un nuovo fascicolo su Saman Abbas e cosa emerge dagli abiti dello zio

Mentre la Procura di Reggio Emilia è alla ricerca di nuovi presunti complici, informazioni importanti arrivano dagli esami condotti in laboratorio sul giubbotto, i guanti, le ciabatte e i pantaloni della tuta dello zio Danish.
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A cura di Anna Vagli
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La Procura di Reggio Emilia, dietro disposizione del Dottor Paci, ha aperto un secondo fascicolo sull'omicidio di Saman Abbas. Al momento, però, a carico di ignoti. Secondo quanto reso noto da chi indaga nel nuovo troncone di inchiesta confluiranno infatti eventuali elementi che emergeranno a carico di altre persone che potrebbero essere coinvolte.

A prima vista la volontà di procedere contro ignoti appare come un’anomalia del sistema, considerando che si procede per lo stesso reato e nei confronti della medesima persona offesa. Tuttavia, la scelta dell’organo requirente può essere spiegata come segue. È infatti presumibile che la Procura da un lato voglia mantenere la segretezza sulle nuove attività investigative in corso di svolgimento, mentre dall’altro voglia tutelare chi nei fatti è stato determinante per far ritrovare il corpo: lo zio Danish.

E in effetti questa è un’ipotesi confermata a Fanpage.it dall’Avvocato Riziero Angeletti, legale dell'Ucoii, che ha chiarito: “L’apertura di un secondo procedimento che, per natura, si trova nella fase delle indagini preliminari e rubricato per i medesimi reati e con riferimento alla stessa persona offesa, rende, di conseguenza, non conoscibili i contenuti dello stesso e, quindi, la possibilità per il PM di introitare nel fascicolo originario solo gli elementi di prova che ritiene utili al proprio obiettivo. Così è stato. Infatti, nel nostro fascicolo sono stati trasferiti alcuni atti che ripercorrono la fase successiva alla individuazione del sito in cui era stato celato il cadavere. Assente, quindi, qualsiasi dichiarazione di colui che avrebbe rivelato la notizia”.

Interessante, sempre per quel che attiene i profili di responsabilità, sono le prime indiscrezioni sugli esiti degli esami condotti su alcuni degli abiti verosimilmente indossati dallo di zio Danish la notte in cui Saman scompariva.

Il giubbotto, i guanti, la tuta e le ciabatte dello zio Danish

Danish Hasnain, lo zio di Saman all'arrivo in Italia
Danish Hasnain, lo zio di Saman all'arrivo in Italia

Dal fascicolo fotografico relativo alle attività peritali svolte il 27 e 31 gennaio 2021, nonché il 1° febbraio 2022, e che ho avuto modo di visionare, è possibile risalire ai reperti ancora in corso di analisi. Si tratta in particolare di un giubbotto, di un pantalone della tuta e delle ciabatte appartenenti allo zio Danish e repertate durante le attività di ispezione e sequestro.

Nello specifico, l’attenzione degli inquirenti è stata catalizzata proprio dal giubbotto dell’uomo. Difatti, in attesa che dai vestiti venga ultimata l’attività di estrazione del Dna, dal laboratorio sono emersi alcuni dati importanti.

Anzitutto, sul dorso del giubbotto è stato svolto un test generico e speditivo del sangue con esito negativo. Di conseguenza, è stato effettuato il test del luminol con lo scopo di rintracciare tracce latenti di sangue. L'esito è stato positivo.

Invece, l’analisi pettorale sul giubbotto ha dato risposta dubbia per quel che attiene il test dell’amilasi. Vale a dire l’esame volto a ricercare tracce di saliva. Per questa ragione sono stati poi effettuati dei prelievi a integrazione in prossimità della cerniera e in corrispondenza della porzione di tessuto sottostante il marchio del giubbotto. Gli esiti ancora sono attesi.

D'altro canto, in relazione ai guanti da lavoro e alle ciabatte nere, il luminol ha dato esito negativo. Dunque, non sono state trovate tracce ematiche latenti. E quindi nessuna macchia di sangue riconducibile a Saman. In ultimo, per quel che attiene i pantaloni della tuta, è stata riscontrata esclusivamente la presenza di peluria di animale.

Che cosa succede ora?

Il giubbotto sequestrato, così come il resto degli indumenti, sono verosimilmente ancora sottoposti alle attività peritali. Attraverso il luminol, dicevamo, sono state però riscontrate tracce di sangue e latenti sul dorso del giubbotto e con il test dell’amilasi sono state rinvenute tracce dubbie di saliva.

Chiaramente ora in laboratorio bisognerà intanto stabilire se si tratta di sangue umano. Poi se quel materiale biologico è misto e utilizzabile per eseguire il test del DNA e per quindi rintracciare profili genetici riconducibili a Saman.

Posto che già abbiamo acclarato che Danish ha comunque avuto un ruolo attivo nella fase di occultamento del cadavere, dato che è stato lui a condurre gli inquirenti al casolare.

I Carabinieri sul luogo in cui è stato trovato il cadavere
I Carabinieri sul luogo in cui è stato trovato il cadavere

I frammenti ossei e la calotta cranica

In questi giorni, però, si è parlato anche del repertamento, in località sconosciuta, di una porzione di calotta cranica. Tuttavia, le operazioni peritali ad esse relativa sono iniziate il 12 ottobre scorso presso il reparto investigazioni scientifiche di Parma, Sezione di biologia. Su di essa è stato fatto un prelievo di un frammento osseo nella porzione occipitale. Consentendo così di stabilire che si tratta di una porzione ossea riconducibile all'essere umano.

Durante l'attività di analisi è stata inoltre tamponata la parte interna della calotta in prossimità dell'area parietale sinistra relativa a materiale eterogeneo di colore brunastro adeso alla teca cranica. Anche il suddetto prelievo, effettuato mediante Combur test per la ricerca di sangue, aveva dato esito positivo. Richiedendo però ulteriori accertamenti per stabilire se potesse trattarsi o meno di sangue umano. Accertamenti peraltro ancora in corso.

Si precisa, però, a conferma di quanto anticipato, che tali operazioni peritali sono state svolte prima che lo zio Danish conducesse gli inquirenti al casolare. Dal momento che le medesime sono iniziate in data 12 ottobre 2022. Dunque, in un momento antecedente a quello della (presunta) estrazione del corpo di Saman.

In tale direzione, ove il test del Dna confermasse che la salma rinvenuta appartiene alla giovane pakistana, si escluderebbe quasi con certezza la riconducibilità di quella porzione di calotta alla ragazza medesima. Proprio perché ben conservata.

Chi ha ucciso davvero Saman?

I genitori di Saman all'aeroporto di Malpensa il giorno dopo la scomparsa
I genitori di Saman all'aeroporto di Malpensa il giorno dopo la scomparsa

Gli ultimi filmati delle telecamere che riprendono Saman con la sua famiglia la sera della scomparsa mostrano una geografia criminale a stampo familiare. Saman è stata uccisa per riabilitare l’onorabilità dell’intero clan Abbas lesa nel momento in cui si è rifiutata di celebrare il matrimonio combinato. Questo spiega il perché tutti abbiano partecipato al crimine, seppur con ruoli diversi e ancora da definire.

Ritengo che la regia sia appartenuta a Shabbar e a Nazia, che hanno poi consegnato la figlia a Danish, l’esecutore materiale del delitto. Come confermato in incidente probatorio dal fratello di Saman.

Ciò che è agghiacciante e che delinea i confini di questo omicidio lo ricaviamo dalle immagine anzidette. Difatti, Nazia e Shabbar sapevano che quelle erano le ultime ore di vita di Saman, eppure hanno avuto il coraggio di guardarla in faccia e tenderle una trappola.

Un omicidio ideato, pensato e progettato. Proprio per l’accurata pianificazione tutti, soprattutto i genitori, hanno avuto molte occasioni per tirarsi indietro. Ma non lo hanno fatto. Anzi, hanno abbandonato l’Italia soltanto dopo essersi accertarti che l’omicidio della figlia fosse stato consumato.

Gli esami sulla presunta salma

Il dato per il quale lo zio Danish ha portato gli inquirenti nel punto in cui Saman sarebbe stata sotterrata, notizia anticipata sul profilo Facebook di Quarto Grado dal giornalista Giammarco Menga, ha subito condotto a una conclusione inconfutabile: senza la (presunta) indicazione da parte dello zio Danish, il cadavere non sarebbe mai stato ritrovato.

Con il recupero della salma sarà ora possibile tracciare i perimetri dell'omicidio. Se il corpo è ben conservato, come affermato dal Procuratore Paci, l’esame medico legale sarà più agevole e consentirà velocemente di stabilire se il corpo rinvenuto appartiene o meno alla giovane pakistana.

Premesso che, comunque, bisognerà anche vagliare lo stato putrefattivo di quest'ultimo e l'autentico stato di integrità degli organi interni.

Tuttavia, è verosimile che la Procura decida di percorrere anche la strada del riconoscimento da parte dei familiari. Una strada che però in questo contesto potrebbe complicarsi in considerazione del fatto che i parenti più prossimi sono gli stessi accusati di omicidio. Dunque, bisognerà capire se a Novellara Saman aveva altri familiari estranei al crimine. Altrimenti una valida alternativa potrebbe essere il riconoscimento da parte del fratellino. Con tutti i rischi emotivi che ciò comporterebbe.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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