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Propaganda nazi-fascista: esaltavano violenze su immigrati ma avevano anche materiale pedopornografico

Quattro persone indagate dalla Procura della Repubblica di Torino devono ora rispondere dei reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Nei loro confronti la Polizia di Stato nelle scorse ore ha condotto diverse perquisizioni durante le quali sono stati trovati numerosi materiali di propaganda nazi-fascista oltre ad armi bianche pericolose ma in un caso anche materiale pedopornografico.
A cura di Antonio Palma
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Attraverso diverse chat e gruppi social, inneggiavano alla violenza sugli immigrati esaltando ad esempio le gesta di Luca Traini e propagandavano continuamente materiale nazi-fascista di ogni tipo. Per questo 4 persone sono finite sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Torino e devono ora rispondere dei reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Nei loro confronti la Polizia di Stato nelle scorse ore ha condotto diverse perquisizioni durante le quali sono stati trovati numerosi materiali di propaganda nazi-fascista oltre ad armi bianche pericolose ma in un caso anche materiale pedopornografico.

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Tra gli indagati figurano un uomo di anni 57, addetto ad attività di vigilanza privata ed ex esponente del Fronte Nazionale e di Casapound, due dipendenti di società di lavorazioni meccaniche, rispettivamente di 37 e 46 anni, e infine un pensionato di 62 anni, tutti residenti nella Provincia di Torino. Le perquisizioni condotte dai poliziotti della Digos e del Compartimento Polizia Postale Piemonte, hanno portato alla scoperta di numerosi indumenti con simbologie nazi-fasciste come fibbie, elmetti, berretti, foulard, bandiere, medaglie, timbri, distintivi, adesivi, fotografie, manifesti e quadri ma anche pugnali, spade e una carabina ad aria compressa con potenza superiore a 7,5 joule e pertanto classificata arma comune da sparo, ed un machete illegalmente detenuti. Sequestrati inoltre diversi supporti elettronici ed informatici in uno dei quali è stato rinvenuto anche materiale pedopornografico.

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Secondo la polizia i quattro avrebbero partecipato assiduamente a diverse chat due delle quali denominate “SIEGHEIL LUKAS” e “SEMPER FIDELIS” diffondendo a più riprese immagini e simboli di chiara matrice nazionalsocialista ed antisemita “con espressioni di esaltazione di quell’ideologia, di odio nei confronti degli immigrati e profonda ostilità nei confronti di partiti e movimenti di opposta ideologia”. Tra le altre cose sono state anche esaltate alcune gravi azioni come quella di Luca Traini a Macerata nel febbraio 2018 e a Marsala nell’autunno del 2020.

L’indagine è partita da una precedente inchiesta nei confronti di altri due militanti d'area deferiti anche loro per aver pubblicato sui loro profili Facebook immagini e frasi dal contenuto nazista, razzista e antisemita. Dall’analisi delle loro chat sono emerse infatti evidenze che hanno consentito di individuare e denunciare per analoghi reati anche gli altri quattro

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