16 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Scuola, Bianchi: “Tra 10 anni avremo 1,4 milioni di studenti in meno, ma servono più docenti”

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha detto che “Nei prossimi dieci anni avremo 1,4 milioni di ragazzi in meno”, ma “Dobbiamo uscire anche dalle meccaniche lineari del rapporto studenti-docenti, perché abbiamo bisogno di mantenere i docenti, quindi in proporzione servono più docenti e dirigenti”.
A cura di Annalisa Cangemi
16 CONDIVISIONI
Immagine

Secondo il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi "Nei prossimi dieci anni avremo 1,4 milioni di ragazzi in meno". Nonostante ciò bisogna pensare a ridurre le classi-pollaio, aumentando anche il tempo scuola. Per questo bisogna incrementare il numero dei docenti. "Dobbiamo uscire anche dalle meccaniche lineari del rapporto studenti-docenti, perché abbiamo bisogno di mantenere i docenti, quindi in proporzione servono più docenti e dirigenti", ha detto durante l'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero davanti alle Commissioni congiunte Istruzione del Senato e Cultura della Camera dei Deputati.

Ampliare lo spettro dell'età educativa partendo dallo 0-6 e arrivando alla formazione continua, combattere la dispersione scolastica e investire su orientamento, innovazione e aumento del tempo scuola. Sono questi alcuni dei punti principali toccati dal titolare di viale Trastevere.

"La scuola è il motore del Paese" e questo vuol dire "un piano di intervento che si muove su due linee strategiche: una è la linea delle persone, l'asse portante di ogni ragionamento sulla scuola, gli studenti, quindi il diritto allo studio, tutto il personale, quindi un asse che lega studenti, personale e famiglie; l'altra linea è l'asse dell'organizzazione, dagli studi, e quindi il superamento della ‘gabbia del 1900', all'organizzazione e alla governance complessiva, a partire da quella del Ministero, che oggi non è più adeguata ad affrontare la specificità dei compiti: dobbiamo avere un Dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore e long life", ha aggiunto.

"Il Pnrr ci permette di avere risorse importantissime" ha detto. "La pandemia come choc esterno ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C'è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall'estate a fare un ponte verso l'anno prossimo usando fondi già in carico al ministero, 150 milioni. Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall'estate si proietti all'anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedichiamo alla povertà educativa" con progetti che "si rivolgono alle aree periferiche e marginali: è una azione che va vista nella logica di un riequilibrio". 

Ministero punta a stabilizzazione precari

"Abbiamo il tema del transitorio: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità: su quasi 500mila posti comuni, abbiamo oltre 200mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata e trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all'interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua", ha detto ancora Bianchi.

"Non voglio distruggere il liceo classico"

"Dobbiamo aumentare in maniera sostanziale i livelli di istruzione e dotare i nostri ragazzi di strumenti per un mondo complesso e mutevole. Io non voglio distruggere il liceo classico, ma potenziare l'intero sistema educativo dando percorsi ad ognuno di eguale dignità, in grado di permearsi a vicenda. Così avremo finalmente superato le gabbie del ‘900", ha aggiunto.

"Mettere tutta l'enfasi che stiamo mettendo sulla formazione professionale tecnica non vuol dire metterla in contrapposizione con il sistema di formazione classico-scientifica. Vuol dire ampliare quel sistema", ha continuato Bianchi. "Gli Its sono saldamente nel sistema di istruzione. L'università sta sviluppando una propria offerta con le lauree professionalizzanti, ma gli Its hanno una loro autonomia nell'ambito dell'istruzione – ha spiegato ancora Bianchi – l‘elemento fondante degli Its è la flessibilità: la capacità di rispondere a bisogni immediati. Gli Its devono rispondere a bisogni emergenti, devono avere la capacità di anticipazione. E poi ci deve essere, nel ministero, una struttura in grado di supportarli: un dipartimento per la formazione professionale e tecnica". 

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views