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Racconta in famiglia di essere gay: “Sono stato aggredito da mio zio con una bombola di gas”

Giacomo, un ragazzo di Levane – in provincia di Arezzo -ha raccontato di essere stato insultato e aggradito dai suoi familiari – sua madre e soprattutto suo zio – dopo aver confidato la sua omosessualità: “Sono stato offeso, preso a calci e pugni e aggredito con una bombola del gas. Mia madre mi ha tolto le chiavi di casa, mio zio ha distrutto il computer dove tenevo tutti gli appunti dell’università”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo Malika, la giovane di Castelfiorentino cacciata di casa dopo aver rivelato ai suoi genitori la sua omosessualità, un'altra storia di intolleranza arriva dalla Toscana: è quella di Giacomo, un ragazzo di Levane – in provincia di Arezzo – costretto circa due anni fa a subire una sorte simile a causa del suo orientamento sessuale. Giacomo ha trovato la forza di uscire allo scoperto per raccontare la sua vicenda in un'intervista rilasciata nel corso della trasmissione mattutina di Teletruria "Spunti e spuntini". Il giovane ha spiegato di aver confidato a sua madre di essere omosessuale un paio d'anni fa; dopo l'outing del figlio la donna sarebbe andata su tutte le furie rivolgendosi a suo zio: "Sono stato offeso, preso a calci e pugni e aggredito con una bombola del gas. Mia madre mi ha tolto le chiavi di casa, mio zio ha distrutto il computer dove tenevo tutti gli appunti dell'università". Come se non bastasse dopo aver subito le vessazioni Giacomo è stato anche denunciato dalla mamma per lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. "Abbiamo tutti gli elementi per smentire quanto sostenuto dalla donna", ha commentato a Fanpage.it il suo avvocato Antonio Panella. "Giacomo ha dato fin da subito la propria disponibilità ad essere ascoltato dal pubblico ministero, a nostro sostegno porteremo anche dei referti medici".

Giacomo ha deciso di raccontare la sua storia dopo l'avviso di chiusura delle indagini conseguenti la denuncia della madre. Il giovane ha spiegato di avere a sua volta subito ingiurie e offese dalla donna e percosse dallo zio convivente della madre. L'uomo è stato denunciato, ma il procedimento giudiziario è ancora in una fase preliminare. "Quando sono andato a riprendere a casa i miei vestiti, mio zio mi si è scagliato contro – ha raccontato il ragazzo – causandomi diverse lesioni. Mia madre mi ha detto ‘sei un malato mentale, non sei più mio figlio'". Giacomo ha deciso di raccontare la sua storia in seguito anche alla vicenda di Malika, la giovane ripudiata dalla famiglia perché lesbica. A sostenerlo, racconta ancora Giacomo, sarebbe rimasto solo suo padre, divorziato dalla mamma. "Se non fosse per lui sarei sotto un ponte".

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