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“Visalli in slip per gettarsi in mare, non aveva nessuno strumento utile”, disposta l’autopsia

Il drammatico racconto degli ultimi istanti di vita di Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera morto annegato in mare per salvare due ragazzi dalla furia del mare a Milazzo. “Arrivati su un’auto della Guardia Costiera, sono rimasti in slip e avevano solo dei salvagente” ha raccontato un testimone, aggiungendo: “Erano davvero senza alcuna attrezzatura”.
A cura di Antonio Palma
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“Erano in tre, erano arrivati su un’auto della Guardia Costiera, si sono spogliati, sono rimasti in slip e avevano solo dei salvagente. Visalli era quello che andava più avanti. È stato un attimo, un'onda, poi un'altra, e non lo abbiamo più visto” è il drammatico racconto degli ultimi istanti di vita di Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera morto annegato in mare per salvare due ragazzi dalla furia del mare a Milazzo. A raccontare quei drammatici momenti è Gaetano Beninato, uno dei presenti in spiaggia che hanno lanciato l’allarme per salvare i due ragazzi in difficoltà.

"Soccorritori si legavano a un contenitore dell'acqua"

"Da casa mia ho visto i due quindicenni che entravano a farsi il bagno, poi ho capito che erano in difficoltà. E non ho avuto un attimo di esitazione: ho subito telefonato alla Guardia Costiera” ha raccontato l’uomo a Repubblica. La Guardia Costiera però non ha potuto inviare sul posto nessuna motovedetta ma solo l’auto con i tre militari a bordo senza alcun mezzo utile allo scopo. “A un certo punto, ho visto uno dei soccorritori che si legava a un contenitore dell'acqua per stare a galla. Erano davvero senza alcuna attrezzatura. Visalli è stato di certo il più coraggioso, lo vedevo che andava avanti. Nel momento in cui è scomparso, i compagni hanno provato a cercarlo, poi uno è uscito e ha chiamato i soccorsi" ha raccontato ancora il testimone.

La Famiglia di Aurelio Visalli pretende risposte

Un racconto che conferma le denunce dei familiari del militare secondo cui è stato mandato alo sbaraglio senza nessuna attrezzatura adeguata. “Inizialmente a mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva. Poi gli è stato chiesto di intervenire da terra: ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo né giubbotti di salvataggio, né salvagenti, mute, corde o altro? È stata una follia”. Ha rivelato infatti Antonio Crea, comandante dei vigili urbani di Venetico, in Sicilia, e cognato di Visalli. La famiglia ha anche chiesto di potere parlare con i due colleghi di Aurelio ma al momento l’incontro sarebbe stato vietato dai vertici della Guardia Costiera.

Sulla morte di Visalli aperta inchiesta e disposta autopsia

Senza risposte concrete i parenti hanno annunciato di essere pronti a anche a un esposto. Sul caso anche la procura di Barcellona Pozzo di Gotto, competente per territorio, ha deciso di aprire un'inchiesta. Le indagini aiuteranno a capire cosa sia accaduto ma anche come fosse stata organizzata quell'operazione di salvataggio. Il procuratore capo Emanuele Crescenti ha anche disposto l'autopsia sul corpo del sottufficiale.

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