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Covid 19

Il governo pronto a chiudere le discoteche, ma Regioni in ordine sparso: dove restano aperte

Il governo continua a ritenere altamente rischiosa l’apertura delle discoteche e per questo chiede alle Regioni di trovare un accordo per chiudere tutti i locali da ballo, considerati luoghi in cui potrebbero nascere nuovi focolai di Covid-19. Ma le Regioni, intanto, vanno in ordine sparso: c’è chi ha deciso di chiudere le discoteche e chi, invece, continua a tenerle aperte ignorando le raccomandazioni dell’esecutivo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Aperte o chiuse. Distanziamento mentre si balla o nessuna regola. Controlli o restrizioni. Sulle discoteche in Italia la situazione continua a essere tutt’altro che chiara. Alcune Regioni le lasciano aperte, altre hanno deciso per la chiusura. Ma tutti sembrano attendere una decisione definitiva, che renda omogenea la normativa a livello nazionale e permetta ai presidenti di Regione di non prendere provvedimenti impopolari. La posizione del governo è chiara: tenere le discoteche aperte rappresenta “un serio rischio”. Ma sul tema bisogna trovare un accordo con le Regioni: molti presidenti, infatti, spingono per lasciare aperte le sale da ballo. Si attende, per oggi, un nuovo incontro per trovare l’accordo. Magari in fretta, prima del Ferragosto. Il governo, come detto, punta a chiudere le discoteche e gli stabilimenti balneari attrezzati, ma per il momento si affida alla responsabilità delle Regioni. Il timore è quello che il Ferragosto faccia ulteriormente aumentare i casi per colpa di focolai nati in discoteca.

Il governo pronto a chiudere le discoteche

La posizione del governo sembra rispecchiare quella del coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, secondo cui “le discoteche devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c’è nulla da fare. Le aggregazioni di massa sono devastanti, impossibili da gestire”. Non a caso il governo ha ripetuto alle Regioni che per le discoteche, stando all’ultimo dpcm, “le aperture non erano e non sono previste”. Le Regioni hanno deciso in autonomia e ora è il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ad anticipare quelle che potrebbero essere le mosse dell’esecutivo: “Se i numeri non cambiano sarà inevitabile un freno alla movida selvaggia, la prossima settimana si cercherà di condividere una scelta rigorosa con tutte le Regioni”. Il punto è chiaro, secondo quanto dice a La Stampa: “Le discoteche per noi non andavano proprio riaperte, le linee guida del governo andavano in questa direzione”.

Discoteche, le ordinanze di apertura e chiusura delle Regioni

L’appello del governo sembra essere stato ascoltato da Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, che ha deciso di chiudere tutte le discoteche e le attività che hanno attinenza con il ballo. Il divieto varrà fino al 7 settembre e la decisione è stata presa dopo il caso di un ragazzo positivo dopo aver frequentato due discoteche a Soverato. Molto diversa, invece, la linea seguita da Luca Ceriscioli nelle Marche, dove viene confermata l’apertura delle discoteche. Così come in Sardegna. C’è poi chi chiede uniformità a livello nazionale: è il caso, per esempio, di Enrico Rossi. In Toscana le discoteche restano aperte, seppur con regole restrittive, ma il presidente di Regione si dice “favorevole alla chiusura” e chiede un provvedimento nazionale. Stessa richiesta avanzata anche da Michele Emiliano per la Puglia.

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